di ROBERTO ENRICO PAOLINI
“Giù le mani dalla scuola!”, e ancora “la scuola non si tocca!” Quante volte avete sentito ripetere questi slogan? Infatti, uno tra i “dogmi laici” più duri a morire è proprio quello dell’istruzione, che deve essere rigorosamente pubblica. Secondo gli intellettuali snob che affollano gli studi dei Santoro e dei Costanzo, l’unico soggetto legittimato alla produzione del sapere sarebbe lo stato.
Perché? Semplice. Lo stato fornirebbe una istruzione neutra e imparziale, naturalmente contrapposta a quella faziosa delle scuole private in maggioranza cattoliche.
Ma allora, mi chiedo, perché non affidare ad esso anche l’intero settore dell’informazione? Immaginiamo una grigia commissione governativa che controlli quotidiani, riviste, programmi tivù, diventando di fatto l’unico editore nazionale. E per quei pochi giornaletti locali lasciati in vita, si istituisca un comitato di censura. Ebbene, non è la stessa situazione in