di GIANMARCO LUCCHI
La Lega Nord sembra investita da un tsunami. Cerca di serrare le fila per dare un'immagine di unità, ma l'esplosione del caso Boni rischia di far deflagrare un movimento dove le divisioni e gli scontri interni sono sempre più profondi. Le rivelazioni sulle presunte tangenti intascate dal vicepresidente della Regione Lombardia per il partito moltiplicano le voci di dissidi interni nel Carroccio. E a poco serve l'ordine imposto dall'alto con un sms ai parlamentari «di non rilasciare dichiarazioni sulla vicenda». E neanche le parole affidate a facebook da Roberto Maroni («Boni non si tocca, la Lega non si tocca») smorzano le polemiche. Così, mentre Umberto Bossi nella storica sede di via Bellerio incontra proprio Boni per un faccia a faccia, maroniani e bossiani si scambiano accuse pesantissime. Da una parte c'è chi dice che i cerchisti sembrano più contenti che dispiaciuti e allora preferisce ricordare la questione dei fondi investiti in Tanzania dal tes
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