di TONTOLO
Leggo sui giornali che il prefetto di Lodi, Pasquale Antonio Gioffré, avrebbe avuto delle strane frequentazioni con suoi paesani in odore di ‘ndrangheta. Niente di strano perché – si sa – i calabresi lontano dalla loro terra soffrono di struggenti nostalgie e trovano un po’ di conforto solo frequentando cari paisà e parlando dei giovanili ricordi sulla Sila e l’Aspromonte.
Per carità, niente di illegale, anzi: solo un tipo sospettoso come il senatore Lumia può vederci della malizia e farci un’interrogazione parlamentare.
Io, che sono un po’ tontolo, mi sono invece fatto un’altra domanda. Perché tenere lontano dal proprio paesello un probo cittadino e farlo struggere di nostalgia e privarlo di pignolata e morzeddu? Perché non fargli fare il prefetto a Catanzaro o a Crotone, in mezzo alla sua gente: così nessun cattivone potrebbe più sospettare niente di brutto.
In provincia di Lodi, a Codogno, a Cavacurta o a Pieve Fissiraga non c’è pro
Comments are closed.