di ROBERTO ZAMBRINI
Il giorno che si dovesse arrivare a tanto, all’abolizione del contante, le conseguenze potrebbero essere imprevedibili, da parte delle vittime.
Sul piano economico, il “nero” sta rimediando parzialmente già oggi alle gravi distorsioni e agli espropri generati dall’interferenza statale. C’è un sacco di gente che riesce a vivere, anche se miseramente, solo grazie a un “Lavoro Nero” e non avrebbe alternative legali. Lasciamo perdere quelli che col “nero” si arricchiscono, nel ragionamento che sto facendo non fanno testo e appartengono a classi privilegiate che potrebbero sopportare il nuovo giogo senza troppi problemi. Perciò da quella parte non mi aspetterei reazioni violente.
Il giorno che il contante non ci sarà più, questa gente (quella del “nero” di sopravvivenza) morirà di fame, pur di comportarsi “probi cittadini”? Sicuri? Dal punto di vista politico, la possibilità di agire politicamente – e quindi pacificamente – nel sostegno delle proprie istanze, non ci sarà più, la politica sarà definitivamente morta e inutile, se basterà il blocco di un conto corrente per zittire un oppositore al governo in carica.
Quindi verranno meno quelle richieste? Sicuri? Io non credo di esagerare pensando che potrebbero nascere perfino forme di lotta armata, atti di terrorismo veri e propri, per ottenere quanto basta per vivere o sostenere la propria parte politica richiedente riforme, a parere del “sovversivo”, necessarie.
Come al solito, tutto quello che lo stato toccherà diventerà merda. Costosissima e sanguinosa merda.