Su una cosa non si può dire che gli esponenti di punta del M5S non abbiano imparato in fretta dagli avversari più esperti: pronunciare frasi che non dicono assolutamente nulla di concreto. Ecco, per esempio, cosa dice il capo politico Luigi Di Maio: “Naturalmente, se si vuole conseguire una crescita più robusta dell’attuale, ma al tempo stesso sostenibile e orientata alla qualità della vita, bisogna scegliere in modo saggio i settori e le opere su cui orientare lo sforzo dello Stato. Il Movimento 5 Stelle in tal senso ha presentato delle chiare direttrici che potrebbero modificare radicalmente il paradigma di progresso, andando incontro alle sfide dell’innovazione e ricollocando strategicamente l’Italia nella segmentazione produttiva globale”.
Sulla “saggezza” mi permetto di nutrire dei dubbi. Uno sguardo al passato, non solo in Italia, dovrebbe consigliare a chiunque una certa prudenza nel dire cose del genere. Saggezza a parte, nessun governante è onnisciente. Ma quando si arriva alle “chiare direttrici che potrebbero modificare radicalmente il paradigma di progresso” credo sia lecito mettersi le mani nei capelli o, per gli scaramantici, altrove.
Ovviamente non manca mai il richiamo alla solidarietà altrui: “Sul fronte degli eurobond, il M5S esprime apprezzamento per qualunque strumento possa contribuire a cambiare il volto dell’Europa, sfigurato da sovrastrutture normative e regolamentari, soprattutto in materia di finanza, che hanno messo i decimali davanti ai cittadini, da una filosofia egoistica e ragionieristica lontanissima dall’ispirazione dei padri fondatori. È finito il tempo di una austerity stupida e cieca. Il nostro governo chiederà, infatti, in sede Ue di rivedere i principi del Fiscal compact e, come primo obiettivo, di scorporare la spesa virtuosa in conto capitale dai parametri che riguardano debito e disavanzo”.
Come no: in Europa stanno aspettando che al tavolo a rappresentare l’Italia ci sia Di Maio per irrorare di eurobond la Penisola e fare della spesa in deficit il nuovo paradigma dominante. Come si fa a essere ottimisti quando questi sono il partito che otterrà con ogni probabilità il maggior numero di voti?
Io non mi soffermerei su un singolare individuo o Partito perché ritengo che in Politica sono tutti principianti o almeno così facendo riescono a mantenere la comoda poltrona con tutti i privilegi collegati. Il mio invito a non votare é sugellato dal fatto che per cambiare l’Italia ormai morta e sepolta bisognerebbe cambiare completamente il sistema che toglie la parola al popolo ritenendolo sovrano ma senza diritti. I giochi politici sono già combinati e cambiando la prima donna, ossia la pedina in testa al sistema non giova a far risuscitare il Paese. Milioni di giovani Italiani hanno lasciato il Paese per dare spazio ai nuovi arrivati di colore, senza pensare a che cosa ci riserva il futuro come Nazione. Siamo la Nazione più indebitata nell’Unione Europea che ringraziamo per frenare la ladrinculite e la corruzione che sta consumando sempre più quell’osso completamente scarnito che non fa onore al nostro Paese. Il lavoro che manca e continuerà a mancare fin tanto non ridurranno le Tasse sprecate attraverso i costi esuberanti della Politica. Nessun Capitale intende investire nel nostro Paese conseguente alle condizioni disastrose della nostra Politica e del sistema di tassazione.
L’i-taglia non è una nazione, non lo è mai stata e mai lo sarà. Lo stato che si fa chiamare repubblica democratica i-tagliana (nome di memoria bolscevica) è palesemente irriformabile, e per sopravvivere avrebbe bisogno di cambiare radicalmente diventando tutt’altra cosa da quella che è adesso. Non si danno altre soluzioni che scioglierla nell’acido il prima possibile lasciando finalmente liberi i popoli ad essa oggi soggetti. E i 5 Stelle, forse, sono i candidati migliori per raggiungere velocemente l’obiettivo.