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Lula abbraccia Maduro e relativizza i crimini commessi dal chavismo

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di ARTURO DOILO Il comunismo è violenza, morte e miseria. Anche, e soprattutto, in democrazia. Per chi conosce nei dettagli le vicende che hanno portato alla deposizione di Salvador Allende, ogni dubbio, nel merito, è certamente fugato (vedi qui). Per quelli che, come il sottoscritto, sa cosa è la "Revolución bolivariana" le certezze sono assolute. Non bastasse, ci pensa il sinistro presidente del Brasile, Luis Ignacio Lula da Silva (un pregiudicato), a confermare ogni accusa. Lunedì scorso, a Brasilia, il dittatore venezuelano Nicolás Maduro, insieme all'ex sindacalista carioca, ha riproposto nuovi accordi di integrazione con vari capi di stato della regione. Era dal 2015 che il tirannello venezuelano non metteva piede in Brasile. Dopodiché sarebbe arrivata la rottura dei rapporti con il governo brasiliano, nel bel mezzo della presidenza di Jair Bolsonaro. Insomma, come nulla fosse Maduro - accusato da più organizzazioni internazionali di aver violati i più elementa
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