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L’ultima di Tavares: “Chiediamo più soldi per i cittadini”!

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di MATTEO CORSINI

Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, sta ricevendo critiche praticamente da tutte le parti, soprattutto a sud delle Alpi. Non sempre totalmente condivisibili, a mio parere. Per esempio, quando sostiene che non è con un aumento dei dazi alle auto cinesi che si risolve il problema della minore competitività delle case automobilistiche europee.

Personalmente resto dell’idea che i produttori europei abbiano fatto male i conti quando hanno deciso di allinearsi ai diktat dei Timmermans che hanno gravemente imposto per via legislativa il suicidio del settore nel Vecchio continente. Credendo di poter contare su incentivi che non avrebbero mai potuto essere sostenibili economicamente, non hanno fatto nulla per contrastare le follie del Green Deal.

Adesso si trovano, chi più chi meno, con investimenti miliardari nello sviluppo di auto elettriche per le quali sul mercato non c’è domanda sufficiente, oltre a dover fare i conti con limiti di emissioni che, a partire dal prossimo anno, li metteranno di fronte alla scelta se perdere soldi producendo auto (endotermiche) per cui c’è domanda e pagando poi multe salate, oppure producendo più auto elettriche che restano invendute. Non a caso sono diverse le case che prospettano chiusure di impianti, con conseguenti licenziamenti per migliaia di persone.

La richiesta di sostenere la domanda mediante incentivi agli acquirenti si scontra sempre con lo stesso problema: anche prescindendo dal fatto che si tratta comunque di usare le tasse di qualcuno per finanziare l’incentivo di altri, è evidente che uno schema del genere regge se a pagare sono molti più di quanti fruiscono dell’incentivo. Ma se l’incentivo deve essere per un mercato di massa, il castello di carte crolla. Ed è francamente fastidioso sentire Tavares (ma non è il solo) affermare:

  • “Noi non chiediamo soldi per Stellantis. Chiediamo soldi per i cittadini. Gli incentivi servono per tutelare tutta la catena. Servono per supportare una transizione molto brutale dai motori a combustione interna ai veicoli elettrici, realizzata con una finestra temporale decisamente ridotta che ha messo in difficoltà i costruttori, i fornitori e le concessionarie. Un supporto economico servirà finché le elettriche non costeranno come le termiche, ora più costose di un 40%”.

E’ fastidioso perché, in ultima analisi, gli incentivi alla domanda, che sempre arrivano dalle tasse presenti o future di qualcuno, beneficiano chi acquista un’auto (elettrica), ma così facendo sostengono anche il conto economico di chi le auto le produce. Quindi, ancorché indirettamente, quello che chiede sono soldi per Stellantis. Dato che qualunque cosa dica è ormai criticato da ogni parte, almeno evitasse ogni ipocrisia…

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