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Ma meno male che c’è l’avidità…

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di MATTEO CORSINI

Come è noto, il tema dei cambiamenti climatici è oggetto di prese di posizione spesso molto drastiche. Alcuni negano che ci siano problemi e che l’attività umana non sia neppure minimamente causa di tali cambiamenti. Altri, al contrario, ritengono che l’uomo sia il principale responsabile e avanzano proposte (che vorrebbero imporre senza apparentemente preoccuparsi delle conseguenze) draconiane per tentare di evitare catastrofi negli anni a venire (alcune delle quali, peraltro, avrebbero già dovuto esserci ma non ci sono state). Va da sé che, per questi ultimi, ogni catastrofe naturale sia riconducibile all’azione umana.
Nel mezzo una vastità di persone che non nega l’esistenza del fenomeno, ma ha qualche certezza in meno sulle cause e sul da farsi, pensando anche alle conseguenze dei provvedimenti draconiani proposti dai talebani dell’ambientalismo. I quali, non di rado, non sarebbero tra coloro che si troverebbero a subire tali conseguenze.
Per esempio, per chi può permettersi di spendere non meno di 50mila euro per comprare un’automobile, l’elettrificazione forzata non è un problema. Per molti, però, lo è. E non è un problema da poco. Non di rado gli ambientalisti, essendo esperti della materia, finiscono per usare argomentazioni che denotano una cospicua ignoranza di altre discipline (se non fosse ignoranza, sarebbe peggio).
Per esempio il geologo Mario Tozzi, ha di recente scritto che c’è “una sola differenza tra noi e il resto dei viventi non umani, e non è certamente l’intelligenza, la comunicazione o l’uso di strumenti“, bensì “l’accumulo, l’avidità“. Prosegue Tozzi: Nessun vivente accumula al di là di quanto occorre nell’immediato, e rimarremmo sorpresi nel vedere un leone catturare diverse gazzelle per poi venderne una al mercato, conservarne un’altra sotto sale…“.
L’avidità probabilmente è solo umana (non ho competenza per esserne certo), ma l’accumulo è praticato anche da altre specie, per esempio tutti gli animali che vanno in letargo. Ciò detto, produrre più del necessario ai consumi immediati è ciò che ha consentito all’umanità di progredire, tramite le prime forme di investimento nella creazione di strumenti necessari per aumentare e migliorare i beni di consumo stessi. Senza accumulazione, non ci sarebbe stato nessun progresso. E non è necessario essere Gordon Gekko per riconoscere che l’avidità non ha solo un connotato negativo.
Tornare allo stato primitivo non mi sembrerebbe una soluzione al problema del cambiamento climatico.

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