Il governo venezuelano esalta la “patria unida” da un lato, ma trova anche il tempo per prendere le difese di un “indipendentista portoricano” che si è battuto – armi e bombe alla mano – per annettere l’isola caraibica, oggi Stato americano, al regime cubano.
L’esecutivo guidato da Nicolas Maduro, infatti, ha presentato una petizione (a sinistra un murales comparso a Caracas) per uno scambio di prigionieri con gli Stati Uniti, intentando così di ottenere la liberazione di Oscar Lopez Rivera, leader della FALN (organizzazione terroristica di stampo marxista-leninista), detenuto in un carcere americano dopo una condanna a 55 anni.
Dura la resa di posizione di Marcos Polesel, indipendentista e leader del Movimento Democrata Liberal: “E’ davvero curioso che il regime venezuelano si batta per liberare un indipendentista portoricano e criminalizza chi come noi è indipendentista in Venezuela”. Ribadisce Polesel: “Se un qualche terrorista si batte per sottrarre il Portorico agli Stati Uniti a Maduro va bene, ma io voglio battermi per sottrarre all’illegale e criminale regime venezuelano il Paraguanà, vengo considerato un criminale”.
Peraltro, appare assai bizzarro vedere il governo venezuelano impegnarsi in una battaglia persa in partenza con gli Usa, quando ogni giorno il suo paese sta sprofondando nella miseria. Si sa, secondo le linee tracciate da Hugo Chavez, la propaganda bolivariana continua anche oggi a poggiare sull’anti-imperialismo un po’ retró.
Non contano un cazzo.
Sono già morti, tutti.
Non se ne sono accorti.