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Maduro: sconfiggeremo il capitalismo… a colpi di miseria!

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chavezmadurodi MATTEO CORSINI

Nicolas Maduro ha dichiarato: “E’ una grande notizia per il Venezuela. Sconfiggeremo i contrabbandieri, i capitalisti, i ladri. Vinceremo questa guerra economica e garantiremo al popolo il suo alimento!”. Senza che la cosa attiri più di tanto l’attenzione dei mezzi di informazione italiani (e probabilmente non solo), la situazione in Venezuela continua a peggiorare dopo oltre 15 anni di socialismo bolivariano del XXI secolo.

Già Hugo Chavez ci aveva messo del suo per scassare l’economia venezuelana a colpi di nazionalizzazioni, improbabili e insostenibili misure di assistenzialismo e interventi sui cambi. Finché il prezzo del petrolio, di cui il Venezuela è produttore ed esportatore, ha avuto un trend crescente, i disastri del chavismo sono stati in parte tamponati.

Con Nicolas Maduro, già fedele collaboratore e ministro di Chavez e suo successore dopo la morte del capo, le cose sono ulteriormente peggiorate, e per di più il calo del prezzo del petrolio ha reso ancora più evidenti i problemi del Venezuela.

Di fatto nel Paese scarseggiano i più diffusi beni di consumo, ma secondo Maduro è tutta colpa di (improbabili) complotti della “oligarchia capitalista”, dell’opposizione e, come sempre, degli Stati Uniti.

E così, dopo aver introdotto la possibilità di fare acquisti con il meccanismo delle “targhe alterne” (una cosa tanto stupida quanto inutile per abbattere lo smog nelle città della pianura padana, figuriamoci per regolare l’accesso ai supermercati; in realtà nel caso venezuelano si considera il numero di carta di identità), Maduro ha fatto installare oltre 20mila lettori biometrici digitali che regoleranno l’accesso ai supermercati mediante il riconoscimento dell’impronta digitale delle persone.

La cosa mi fa venire in mente Cuba e la vecchia Unione sovietica; qui cambia solo la tecnologia. Si tratta dell’ennesimo disastroso esperimento socialista, mentre in Europa c’è chi nel 2015 è convinto che si possa uscire dalla crisi proprio con il socialismo. Ovviamente sostenendo che si tratta di un’altra cosa. Ma il socialismo è uno solo, checché ne dicano i socialisti europei. Semplicemente ci sono posti dove lo si è praticato in pieno e altri dove lo si è annacquato. Per fortuna.

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