di ANONIMO PADANO
Il Bobo ponzio pilato, se ancora ci fosse bisogno di qualche conferma da parte del democristianissimo governatore lombardo. Poi, come ogni diccì di tutto rispetto, dietro le quinte si gioca in maniera meno pilatesca… Roberto Maroni preferisce demandare al “popolo sovrano” tramite lo strumento delle “primarie” la scelta su chi, tra Matteo Salvini e Flavio Tosi, vincera’ l’ipotetica sfida per una nuova leadership post berlusconiana. “Io guardo sempre il bicchiere mezzo pieno, costa uguale. E’ meglio avere due in competizione che averne zero”, risponde il governatore lombardo a chi gli chiede delle rivendicazioni di Tosi (il sindaco di Verona ha invitato piu’ volte Salvini a rispettare il patto che prevedeva quest’ultimo alla segreteria della Lega; lui candidato alla premiership). “Noi siamo in grado di esprimere due candidati giovani e capaci anche se dal profilo diverso che possono integrarsi”, ha aggiunto Maroni, conversando coi giornalisti a Palazzo Lombardia. “Spero che Berlusconi convinca che c’e’ bisogno di un ricambio e che convochi le primarie”. Ma lei preferisce Tosi o Salvini? “Non decido io, se si fanno le primarie e’ il popolo sovrano a scegliere”.
Eppure lo sanno in molti che il cuore del governatore lombardo propende per l’amico Flavio, il sindaco di Verona, da un po’ di tempo meno brillante del solito causa qualche grattacapo locale, e per di più messo all’angolo dalla indiscussa intraprendenza del segretario federale. Tosi sta cercando disperatamente una valvola di sfogo – politicamente parlando -, visto che è al secondo mandato da sindaco e che ha dovuto rinunciare a scalzare Luca Zaia dalla corsa alla riconferma quale governatore del Veneto. Così gli è rimasta solo la speranza di aspirare a leader del centrodestra, magari contando sulla benedizione dello stesso Cavaliere, complici i buoni uffici dello stesso Maroni. Ma Salvini sta scombinando anche quei piani.
Maroni, che in un recente passato non ha mancato di ricordare che il “patto” prevedeva Salvini alla segreteria e Tosi candidato premier alle primarie del centrodestra, adesso ufficialmente sembra “lavarsene le mani”, passando la palla al “popolo sovrano”. Operazione di sganciamento da Tosi? Difficile immaginarlo. Piuttosto preferisce non creare apertamente qualche incidente con Salvini. Dietro le quinte i rapporti non appaiono idilliaci, sia perché il segretario non sarebbe del tutto entusiasta dei risultati conseguiti fin qui dalla Giunta lombarda e forse anche un po’ irritato dalla situazione (economicamente deficitaria) ereditata in via Bellerio proprio dalla gestione Maroni, che lo ha costretto a mettere alla porta i 70 dipendenti e ad annunciare la chiusura del quotidiano la Padania. E poi non tollera che Maroni, Tosi e persino il vecchio Bossi si intromettano per cercare di condizionare la linea politica del movimento.
L’unica cosa buona che finora posso imputare alla segreteria Salvini è quella di aver messo nell’angolo Tosi, sembrava l’astro nascente della Lega ed ora invece è solo il sindaco di Verona. Salvini non mi entusiasma, ma se almeno ci libera da Tosi son contento.