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Mas e junqueras d’accordo: in catalogna si voterà per l’indipendenza

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rajoy-iglesias-masdi MARIETTO CERNEAZ

Mentre CUP ha già iniziato le manovre per scegliere i candidati in vista delle elezioni anticipate del prossimo 27 settembre, che non saranno semplici elezioni catalane, ma una specie di plebiscito per decidere il futuro del paese, non scherzano gli indipendentisti catalani, di centro-destra e di sinistra, visto che hanno concordato di presentare una lista unica con un solo obiettivo: il divorzio da Madrid.

Qualora dovessero ottenere la maggioranza? Secessione dalla Spagna entro sei, otto mesi! Non si tratta di chiacchiere di secessionisti da bar e secondo il quotidiano La Vanguardia ce la possono fare. Così, almeno, sostiene un sondaggio recente commissionato dal periodico locale. Il sondaggio dice che “con una lista unica possono conquistare la maggioranza assoluta dei seggi nel parlamento di Barcellona”, elezioni che proprio il moderato Artur Mas ha deciso di trasformare in un plebiscito sull’indipendenza.

Il partito del presidente uscente e la Sinistra Repubblicana Catalana (Erc) hanno deciso di mettere da parte le storiche divergenze politiche e ideologiche (che ovviamente ci sono, basti pensare che ERC ha sostenuto Podemos alle recenti amministrative della capitale catalana) e andranno insieme al voto. Mas e Junqueras hanno sottoscritto un documento, nel quale sta scritto che “entro sei o otto mesi dal voto il nuovo governo regionale elecciones Catalunya 2012indipendentista catalano sempre guidato da Mas dichiari la secessione dalla Spagna. L’obiettivo è una effettiva separazione in 18 mesi”. 

Ora, stando al sondaggio de La Vanguardia, una lista comune dei partiti indipendentisti (Cdc, Erc e Cup) otterrebbe fra 68 e 72 dei 135 seggi del parlamento catalano, la maggioranza assoluta. Per ora, CUP non ha aderito al progetto, ma pare difficile agli oseervatori che proprio loro si sottraggano al patto comune. Oltre al sondaggio del giornale catalano, però, ce ne sono altri che danno i sostenitori dell’indipendentismo catalani in svantaggio, 44,5% contro il 48%.

Quale sarebbe la strategia – che rimane comunque difficile, visto e considerato che Madrid sino ad oggi non ha ceduto di un millimetro sul tema – dei due lider indipendentisti? “Secondo La Vanguardia vogliono provocare, con la dichiarazione di secessione, un punto di rottura fra Catalogna e Stato centrale”. Un vero e proprio braccio di ferro, che potrebbe diventare apicale se alle elezioni politiche spagnole del prossimo mese di novembre, il Partido Popular dovesse cedere molti consensi verso il Psoe o, addirittura, a favore di Iglesias (Podemos), entrambi di vedute più larghe sui temi “autonomisti” rispetto a Rajoy (che non accetta alcuna riforma di alcun tipo).

Un ultimo particolare, non secondario sull’esito delle elezioni del 27 settembre prossimo. In Catalogna sta crescendo il gruppo dei favorevoli ad una riforma costituzionale che dia più autonomia ancora alla Catalogna, in un nuovo assetto federale spagnolo. La Diada dell’11 settembre sarà una straordinaria cartina di tornasole.

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