di PAOLO L. BERNARDINI
Il modo di dire appartiene soprattutto al mondo anglosassone: “Morto come un dodo”; “Fare la fine del dodo”, eccetera, sono espressioni che probabilmente non dicono nulla nel mondo latino, ma vengono tuttora usate in Inghilterra. Il povero dodo, uccello incapace di volare, si lega naturalmente alla storia, complicata, e tormentata, della splendida isola di Mauritius.
Gli olandesi che la colonizzarono nel Seicento portarono all'estinzione il simpatico pennuto. Sia detto quasi di sfuggita: il dodo molto ha a che fare con la mia personale decisione di studiare storia. Compare infatti in un libro che divorai, letteralmente, da bambino, come gli olandesi fecero dal 1638 al 1710 con il povero dodo; se qualcuno di cotali esotici tacchini poi fosse rimasto vivo tra il 1710 e il 1810, quando Mauritius fu sotto la dominazione francese, certamente non avrebbe potuto sfuggire a quei gourmet di Oltralpe. Il libro, pubblicato da Oscar Mondadori nel 1969, “Anim