di ANONIMO PADANO
Mentre il segretario Matteo Salvini vola sulle ali di una fiducia superiore a quella che gli italiani riservano a Beppe Grillo e via Bellerio è impegnata nel dare avvio alla formazione della “Lega dei Popoli”, progetto che intende radicare il partito anche al centro-sud sull’onda della battaglia contro l’immigrazione clandestina (che riscuote una indubbia popolarità), la Lega Nord è alle prese con più di un problema, sia interno che di alleanza nella sua culla storica, Varese, col rischio che vi possano essere ripercussioni sulla maggioranza che regge la Regione Lombardia.
A fronte dei sondaggi che danno in grande spolvero il Carroccio, dato in alcuni casi vicino al 9%, internamente molti giornali hanno nei giorni scorsi registrato il nervosismo di Flavio Tosi, e con lui dell’amico fraterno Roberto Maroni, per il fatto che Salvini sembra aver rotto il patto siglato al momento della sua candidatura a segretario federale, quando al sindaco di Verona venne assicurato l’appoggio per la corsa alla leadership del centrodestra. Adesso, invece, la sfida sembra far gola allo stesso segretario federale e per tutta risposta Tosi sembra intenzionato a far sbarcare anche in Lombardia i cosiddetti “fari”, circoli di supporto alla sua candidatura già presenti in Veneto, in Friuli e in Emilia, una sorta di lista civica di cui si sarebbe parlato in un recente incontro tenutosi a Milano fra il segretario della Liga Veneta e i consiglieri regionali della Lista Maroni, auspice il capogruppo Stefano Bruno Galli. All’appuntamento non si sarebbe però visto il governatore Maroni, che evidentemente non vuole andare apertamente in rotta di collisione con Salvini, e in un appuntamento delle ultime ore per lanciare il candidato presidente in Emilia Romagna (presente il “Matteo giusto”, come lo ha definito) ha parlato di racconti romanzati da parte dei giornali e di “Lega mai unita come adesso”. Il Bobo fa come suo solito il “democristiano”, ma si racconta che Tosi non sia affatto accomodante. Da parte sua Salvini è poi alle prese anche con la grana della cassa integrazione per i 70 dipendenti del partito, procedura che non sarà così pacifica da condurre in porto, e con la necessità di reperire risorse per dare sostegno al progetto della “Lega dei Popoli”. Un bel rebus visto che le casse di via Bellerio sono prosciugate e più di qualcuno punta il dito anche sui costi sostenuti proprio per dar vita e sostenere alla Lista Maroni.
Sul fronte esterno va invece registrata la dura reazione del coordinamento provinciale del Nuovo centrodestra all’estromissione del partito dalla giunta comunale di Varese, decisa da Lega e Forza Italia, come rappresaglia all’alleanza tra il partito di Alfano e il Pd alle scorse elezioni provinciali. In una nota, il partito di Alfano evoca ripercussioni sulla giunta regionale guidata dal leghista Roberto Maroni (e sostenuta anche da Ncd) e sulle elezioni comunali a Varese nel 2016. “Quanto avvenuto a Varese e’ molto grave e non potra’ rimanere senza conseguenze: una squallida operazione da prima Repubblica, orchestrata da Forza Italia con la Lega e il sindaco Attilio Fontana esecutori di voleri altrui, per ragioni politiche che nulla hanno a che fare con la buona amministrazione della citta’ e il volere degli elettori, di cui questa decisione si fa beffe”, si legge in una nota diffusa dal coordinamento guidato dal presidente del Consiglio lombardo, Raffaele Cattaneo. “Se cosi’ stanno le cose, Lega e Forza Italia, che hanno agito cosi’, non vengano poi a chiedere che analoghi comportamenti non si inneschino a livello regionale”, si minaccia.
“E’ evidente che a Varese e’ cambiata la maggioranza politica attraverso un’operazione decisa a tavolino dalle segreterie dei partiti e calata sulla testa dei cittadini attraverso una sorta di ‘vendetta politica’ a cui il sindaco Attilio Fontana si e’ prestato, non avendo il coraggio di opporsi – si prosegue -. Angelini e Pramaggiore (i due componenti di Ncd passati a Fi, ndr.) sono caduti in questo tranello, comportandosi come quei cristiani che incensavano l’imperatore sperando cosi’ di fermare le persecuzioni e ottenendo solo il risultato opposto, salvo quello di preservare per un po’ la propria testa”. “La vendetta compiuta a danno di Carlo Baroni (vice sindaco a cui sono state revocate le deleghe, ndr.) che da assessore e vicesindaco ha sempre lavorato bene, con impegno e risultati nell’interesse dei varesini, come ha peraltro riconosciuto lo stesso sindaco, e’ ancor piu’ ingiustificabile e indebolira’ ulteriormente l’amministrazione comunale. Questo meccanismo innesca una deriva pericolosa e stabilisce un precedente di cui non si puo’ non tener conto e cioe’ che un accordo a livello provinciale abbia ripercussioni a livello comunale”. “Al Nuovo centrodestra interessa mettere al primo posto i programmi, i contenuti e gli interventi che servono ai cittadini. E’ quello che abbiamo fatto finora e continueremo a fare, agendo di conseguenza – si conclude -. Nessuno pero’ potra’ ora chiedere a Ncd di sostenere politicamente un’amministrazione che si comporta con noi in questo modo. Con questo tipo di centrodestra l’Ncd non vuole avere a che fare semplicemente perche’ non ha futuro e saranno gli elettori a certificarlo, al massimo tra un anno e mezzo quando ci saranno le elezioni comunali”.
Salvini, coyote che per conquistare Regio Calabria è pronto a perdere… Varese.
E l’art.1 dello statuto della Lega?…
Basta, basta a prenderci per il culo.