Le recenti esondazioni del fiume Seveso nella periferia Nord di Milano stanno occupando le nostre cronache nazionali. Ovviamente tale accadimento è usato dall’opposizione di centro-destra come attacco all’amministrazione Pisapia, come aveva già fatto il centrosinistra con l’allora sindaco Moratti. E così, come ogni altra problematica che attanaglia il nostro territorio, la situazione idrologica della Lombardia diventerà solo un mezzo per vili battaglie politiche, nessun partito italiano operante in Lombardia si sogna minimamente di risolvere l’annosa situazione. La condizione idrologica della Lombardia è sicuramente di grande difficoltà, e necessiterebbe di un intervento importante per porvi rimedio. Da cosa deriva quest’insostenibile spada di Damocle sul territorio lombardo? Sicuramente dall’incapacità storica della classi dirigente ed imprenditoriale lombarda di limitare lo sviluppo urbanistico o quanto meno di studiarne i possibili effetti negativi sull’assetto idro-geologico.
L’urbanizzazione selvaggia che ha comportato l’interramento di vari corsi d’acqua non è stata accompagnata dalla necessaria sensibilità verso le possibili conseguenze per il territorio. Non è la prima volta che dobbiamo rilevare tale l’incapacità nelle nostre miopi classi imprenditoriali, spesso colpevoli di aver sfruttato il territorio e l’ambiente lombardo senza tener minimamente conto dei costi ambientali che avrebbero potuto riversarsi sulle vite dei lombardi. Sarebbe bello poter dire che dove non è arrivata la nostra classe imprenditoriale possa essere arrivata la nostra classe politica. Così, purtroppo, non è. Nonostante la condizione idrogeologica della Lombardia necessiti di un intervento urgente da decenni, la nostra classe politica(a prescindere dal partito italiano d’appartenenza) non ha mostrato la maturità necessaria per porre una soluzione all’annosa questione. Il modus operandi si mantiene lo stesso per ogni problema: Non risolverlo ma strumentalizzarlo politicamente ed unicamente a fini elettorali. Spesso chi critica la nostra posizione a favore della democrazia diretta millanta una superiorità intellettuale e una maggiore capacità di gestione della classe dirigente, che il popolo non sarebbe in grado di dimostrare. Se la nostra classe dirigente questa capacità ce l’ha, ha deciso di nasconderla senza farne mai mostra, riuscendoci perfettamente.
Dal nostro punto di vista è proprio ridando la vera sovranità ai lombardi che obbligheremo la nostra classe dirigente a dimostrare una maggiore capacità amministrativa, oppure a farsi da parte a favore di qualcuno che sia in grado di svolgere in modo migliore queste mansioni. È solo colpa della classe dirigente lombarda? No. È inutile negare i costi ingenti che un’operazione massiccia di messa in sicurezza dei corsi d’acqua lombardi avrebbe. La regione Lombardia e i nostri comuni non hanno i fondi necessari. Certo, se la Lombardia fosse indipendente, la Lombardia avrebbe più di 55 miliardi di euro in più ogni anno, derivanti dal residuo fiscale che smetterebbe di perdersi nei meandri dei ministeri romani. Con una simile cifra si potrebbe mettere in sicurezza l’intero territorio lombardo. Come per molte altre questioni, la Lombardia si trova ad essere vessata da uno stato predatorio e ad essere abbandonata da una classe dirigente storicamente irresponsabile. Nel frattempo, La Lombardia, e stavolta smette di essere una metafora, affonda.
Juri Orsi – pro Lombardia Indipendenza