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Miliardate di euro per tenere nello spazio il tricolore

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cristoforetti_spazio_intervistade IL POLENTONE

Tutti felici e contenti del ritorno a terra della prima astronauta italiana, proprio come si fosse vinto il mondiale di calcio. Il tricolore ha fluttuato nello spazio per 200 giorni e questo ha fatto gonfiare i petti e inumidire le ciglia: tutti hanno avuto parole di entusiastica e patriottica esaltazione per questo nuovo patrio cimento. Ovviamente siamo tutti felici per gli exploit e le “conquiste” di questa nubile eroina e, soprattutto, che sia riuscita a riportare a terra i suoi glutei senza neppure un livido da mancanza di gravitazione.

Meno piacere può fare il cercare di scoprire quanto costi tale “celestiale” volteggio ai contribuenti.

Della vicenda si occupa l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che ha un budget annuale di 1,3 miliardi e 200 dipendenti (6,5 milioni a cranio) in collaborazione con la European Space Agency, un altro carrozzone da 3,24 miliardi l’anno, cui l’Italia contribuisce con 330 milioni, terzo contribuente, davanti alla Gran Bretagna. A tutto questo si aggiungono finanziamenti speciali e voci in altre cartelle di bilancio che sono difficilmente rintracciabili.

Per fare cosa? Da Internet si apprende che «Fin dalla sua nascita l’ASI ha organizzato il suo lavoro e i suoi investimenti su cinque direttrici principali: lo studio scientifico dell’Universo, l’osservazione della Terra da satellite, le telecomunicazioni, l’abitabilità nello spazio, lo sviluppo di mezzi per l’accesso allo spazio e la meteorologia». Tutte cose che esaltano e rendono migliore la vita quotidiana del contribuente che è soprattutto interessato alla “abitabilità dello spazio”, viste le cattive compagnie sulla terra.

Ma davvero la sgangherata Repubblica italiana può permettersi un giocattolo spaziale da un po’ di miliardi l’anno? Qualcuno dirà che si contribuisce davvero al progresso scientifico e che si dà una mano all’industria aeronautica. Sai quante ricerche e quanti investimenti produttivi  si potrebbero fare con quei soldi, utilizzandoli in cose più serie che passerelle mediatiche fuori controllo gravitazionale? Ma questa è l’Italia, dentro e fuori l’atmosfera terrestre.

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1 COMMENT

  1. La signorina che si è fatta il giretto nello spazio a spese nostre, non ha quasi fatto a tempo ad arrivare in orbita che subito ha dichiarato a beneficio del potere romano e dei suoi giornalisti: “quanto è bella l’i-taglia vista da qui”. Vero, devi metterci in mezzo almeno 40.000 km perchè l’i-taglia possa sembrar bella, più da vicino fa schifo e se ci vivi è un’incubo!

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