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Il modello corea del nord… quando salvini era un comunista padano

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di GIANLUCA MARCHI

salvini corea“Lì lo Stato dà tutto: scuola, casa, lavoro. Insomma, al mondo non c’è solo lo stile di vita americano”. Questa frase è stata pronunciata dal segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, nell’ambito di una intervista concessa al Corriere della Sera al rientro della “missione” in Corea del Nord insieme al senatore Antonio Razzi, uno che per l’esponente del Carroccio da quelle parti è da considerarsi una vera e propria “star”. Ovviamente il giudizio sullo stato che fa tutto e sul fatto che ci sono in giro per il globo altri stili di vita oltre a quello a stelle e strisce è da considerarsi relativo a quanto Salvini ha visto in Corea del Nord, dove notoriamente vige un regime pseudo-comunista del tutto dittatoriale. Il leader di via Bellerio, nel colloquio col Corrierone, in un paio di occasioni ha tenuto a precisare che mai baratterebbe la libertà di cui gode nella pur disastrata Italia, ma traspariva evidente una certa fascinazione per quanto visto e tastato con mano nei cinque giorni di “missione” pilotato dall’ineffabile Razzi.

Devo ammettere che lì per lì sono rimasto basito: dall’intervista emergeva una sorta di “ammirazione” per la realtà della Corea del Nord capace di opporsi agli odiati States e caparbia nel “promuovere” un modello sociale alternativo, e ciò ignorando quasi del tutto che quello è un regime familistico e sanguinario, dove il giovane dittatore non esita ad ammazzare i parenti più stretti se non sono più funzionali alla sua “santificazione”.

Poi ho pensato che fosse tutto uno scherzo o un abbaglio estivo. Infine mi sono quasi dato una giustificazione, ricordando come nell’ormai lontano 1997, quando Bossi indisse le elezioni padane, il giovanissimo Matteo Salvini era uno degli esponenti di punta dei “Comunisti padani” che entrarono con un manipolo di rappresentanti nel “parlamento” di Chignolo Po. E allora mi son detto: ecco qua riemergere l’impronta politica originaria del prode Matteo.

Bando agli scherzi. Salvini è stato un mostro di “tattica” quando in primavera ha preso in mano una Lega esausta, conducendola a ottenere il 6% alle Europee, sebbene solo poche settimane prima del voto in molti avrebbero scommesso che non avrebbe superato lo sbarramento del 4%. Ma oltre la tattica serve una “strategia” e sinceramente questa fatico a individuarla con chiarezza, perché si passa dal partito nazionalista lepenista, si conferma il movimento che vuole ottenere l’indipendenza della Padania (congresso di Padova) e si arriva a “celebrare” un regime dittatoriale/comunista. In tutto questo zizzagare se qualcuno riesce a individuare una linea politica capace di dare uno sbocco futuro mi faccia un fischio. O io sono rimbambito del tutto (il che potrebbe anche essere) o qui siamo all’improvvisazione secondo l’aria che tira.

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7 COMMENTS

  1. Visto che Salvini ammira tanto l’economia nordcoreana, propongo che per un anno segua la stessa dieta alimentare dei nordcoreani deceduti durante le grandi carestie degli scorsi anni. Non so se riuscirà a salvare la pelle, ma sicuramente diventerà magro come un figurino.

  2. Questo è il modo di ragionare dei due Mattei ! Ragionare si fa per dire, ma chiaccherare sì, tanto, infischiandosi del costrutto e della possibilità di realizzare qualcosa.
    Memori del famoso detto: “Ogni mattina , quando ti alzi scrolla sempre l’albero dei fessi Vedrai che qualcuno casca sempre.”

  3. In base ai discorsi sentiti nel passato per radio o dichiarazioni lette sui giornali da parte di Salvini traspare la visione ideale della società come un insieme di comunità, non troppo grandi, di persone, tutelate da uno stato dotato di una etica, non religiosa né illuminista, ma che è frutto della storia di quelle comunità e dei loro territori. Sinceramente preferisco questa visione, stile bavarese, a quella americana.

    • Caro Marco, con i discorsi o le dichiarazioni sentiti nel passato da parte degli esponenti leghisti da Bossi in giù negli ultimi 25 anni avremmo fatto quattro volte la Padania.
      Peccato che siano mancati i fatti, le azioni serie e concrete del progetto non dico indipendentista ma almeno federalista.
      Oggi ci troviamo con una serie di dirigenti poltronari che a nulla servono alla causa indipendentista, anzi ne sono gli affossatori.
      Francamente da quanto sentito e visto il Salvini non è molto diverso dagli altri.
      f

  4. Bossi piano piano ha scavato la fossa all’indinpendenza, alla fuga dall’itaglia delle nostre terre, Maroni ha preparato la lapide e Salvini ha posato la lapide con tanto d’epitaffio.

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