di MATTEO CORSINI
Nella sua relazione finale in qualità di presidente della Commissione bicamerale sulle banche, Carla Ruocco, già M5S che ha seguito Luigi Di Maio in Insieme per il futuro e nella lista Impegno Civico (che ha ottenuto un risultato fallimentare alle elezioni politiche del 25 settembre), ha scritto, tra le altre cose, che “profili di attenzione sono emersi in merito alla gestione delle partecipate di Stato nel settore bancario, in particolare MPS e banca Popolare di Bari, su cui è necessario avere una strategia e una visione di sistema. La partecipazione e l’intervento pubblico non devono limitarsi ad un fenomeno temporaneo e di ultima istanza.”
La posizione di Ruocco (che ahimé non è solo la sua o quella del suo ex movimento), richiama quindi a “una strategia e una visione di sistema”, in cui lo Stato non sia un azionista temporaneo.
Anche io preferirei che lo Stato non fosse un azionista temporaneo, ma nel senso opposto. Lo Stato non dovrebbe mai essere azionista di banche (o di altre imprese).
La cronaca, in particolare proprio di MPS, racconta di una difficoltà non banale nel trovare azionisti disposti a sottoscrivere la parte di aumento di capitale da 2.5 miliardi che non sarà sottoscritta dallo Stato, azionista al 64%. Per mettere quei 900 milioni sembra proprio che non ci sia la fila e non solo per il periodo oggettivamente non positivo per i mercati azionari in generale.
Perpetuare la partecipazione dello Stato non è però risolutivo e con ogni probabilità comporterà un aggravio del conto a carico dei pagatori di tasse. In occasione dell’intervento da 5.4 miliardi di 5 anni fa, fu facile profeta chi ipotizzò che quei soldi sarebbero stati bruciati.
Se perpetuare tutto questo è sinonimo di “visione di sistema”, è una visione da incubo.
speriamo fallisca, ho il mutuo con loro (fatto di proposito)
AHAHAAHAHAHA
MontePaschi e’ come l’Alitalia e fara’ la stessa fine : serve solo a pochi intrallazzatori per continuare a riempirsi le tasche ad opera dei cittadini onesti
una truffa insomma