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I lombardi e l’indipendenza persa contro napoleone

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di ARTURO DOILO Le giornate milanesi della primavera del 1814 videro il crollo del regno d’Italia napoleonico e la costituzione di un governo municipale, la reggenza, composto in larga parte da esponenti della nobiltà lombarda. Muovendo da uno studio condotto sui documenti dell'epoca, lo storico Gabriele Coltorti prende in esame la rivoluzione milanese del 20 aprile, scavando in profondità nelle pieghe di una rivolta popolare che portò alla caduta del governo italico e al feroce linciaggio del ministro delle finanze Giuseppe Prina. Di grande interesse il secondo capitolo, ove è descritto nel dettaglio il variegato articolarsi dell’opinione pubblica milanese nei primi mesi del 1814. L’autore dimostra come a Milano vi fossero cinque partiti: il patriziato milanese più tradizionalista, che si batteva per il ritorno a uno Stato regionale indipendente che potesse rinnovare i fasti del principato visconteo-sforzesco; il ceto medio degli impiegati lombardi ma anche la borghesia
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