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Napoli: in 20mila per la veggente di medjugorje

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di CLAUDIO PREVOSTI

In ventimila hanno pregato al Palargine di Ponticelli (Napoli) con la veggente di Medjugorje Mirjana Dragicevic Soldo. E c’è chi ha gridato al miracolo. È successo all’uscita dal palazzetto, quando ormai la veggente si era già allontanata scortata dalla polizia a bordo del furgoncino sul quale era arrivata dall’Erzegovina. I fedeli hanno applaudito, poi hanno guardato il cielo cominciando a urlare al miracolo. Gruppi di pellegrini hanno affermato di avere visto nel cielo il fenomeno del «sole che pulsa». Tra i fedeli presenti sulle gradinate anche Mario Scaramella, il consulente dell’ex agente russo Aleksandr Litvinenko morto per avvelenamento da polonio 210. Poco distante da lui, il papà di un bimbo di quattro anni: «Siamo partiti questa notte all’una da Sanseverino, un comune del Foggiano – racconta l’uomo -. Mia moglie ed io volevamo andare a Medjugorje per nostro figlio, che ha disturbi del linguaggio ed è autistico». Gli ammalati, tanti quelli in attesa di un miracolo, sono tanti. Un altro papà tiene per mano un bimbo cieco. Più in là una madre tenta di far salire sul palco, dove arriverà la veggente, la sua bambina malata di leucemia. Diverse le storie di chi dice di essere guarito grazie al culto di Medjugorje. «Io avevo un tumore – racconta Franca, da Torre Annunziata – ho 58 anni, ma a Medjugorje sono rinata». La dottoressa Graziella De Giacobbe, medico di emodinamica, viene da Milano, lavorava in ospedale con i bambini: «A Medjugorje ho cominciato ad avvicinarmi alla fede». Dall’altare l’organizzatrice, Nietta Nocerino, che guida l’associazione «Cieli Nuovi», legge il messaggio del cardinale Crescenzio Sepe. Padre Giacinto Cataldo, domenicano della Chiesa di San Domenico Maggiore, porta un messaggio alla veggente. È una preghiera «per i nascituri che, nel grembo materno, vengono condannati due volte nel corpo con l’aborto e nell’anima con il mancato battesimo». Tra le fila dei sacerdoti vestiti di bianco per celebrare la festa della Candelora, c’è il gesuita Massimo Rastrelli. Sono migliaia i bigliettini deposti ai piedi dell’altare assieme a foto e preghiere, nelle ceste le intenzioni dei fedeli. Manuela, 33 anni, prega in silenzio stringendo un panno bianco e una corona del rosario. Non accetta di essere fotografata, non vuole comparire in tv, ma racconta volentieri che il suo bambino non doveva nascere, affetto da una malattia che non perdona, la piastrinotemia alloimmune: «E invece ho pregato e ho sempre creduto che potesse farcela – afferma commossa – anche la gravidanza era a rischio, ma lui è nato e, a soli cinque giorni, ha affrontato un intervento da cui non doveva uscire vivo. Ora sta bene, sul corpicino gli ho sempre tenuto questo panno che una mia amica mi aveva portato da Medjugorje». La veggente ha pregato al termine della celebrazione eucaristica in cui, per mezz’ora, sono state distribuite ostie: 20mila e più. L’apparizione non è arrivata subito. È stato completato un intero rosario prima che il volto di Mirjana si illuminasse. La sua estasi è durata una decina di minuti e al termine ha a lungo raccontato ai napoletani la sua esperienza mistica. Poi ha letto il tanto atteso ‘messaggiò: «figli miei, la superbia sta regnando, io vi indico l’umilta». «La nostra Santa Madre – ha spiegato Mirjana – ci ha chiesto di pregare per i non credenti che ancora non hanno conosciuto l’amore di Dio. Tante brutte cose nel mondo arrivano dai non credenti: guerre, separazioni, suicidi, droga, aborti. Possiamo cambiarli con la nostra preghiera».

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