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Napolitano, l’adorazione degli sciacalli da parte dei somari

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compagno-napolitanodi LEONARDO FACCO

Ieri ha esternato Napolitano, di riflesso ho deciso di rilanciare, in parte, un vecchio articolo, che scrissi ai tempi in cui scoppiò lo scandalo di “Er Batman”in Regione Lazio.

Anche allora, come adesso, Giorgio Napolitano alzò il ditino raggrinzito ed ammonì a brutto muso: “Vergogna”! Per non dare adito al “popolino” di fraintendere il contenuto del suo messaggio, pensò bene di prendersela con quel postribolo laziale zeppo di maiali eletti– usi grufolare con e senza maschera tra i soldi dei tassati – e tuonò con veemenza: “Una vergogna gli scandali in Regione. Uno smacco per la gente onesta. Cose inimmaginabili”.

Dopo giorni di silenzio dalla notizia del putridume emerso in quel di Roma s’è ripetuto, ma siccome la maggior parte dei coinvolti nello scandalo “Mafia Capitale” sono iscritti del suo partito, ha avuto l’ardire di prendersela con “l’antipolitica”. Ecco le sue gracchianti parole: “Da almeno due anni assistiamo al dilagare dell’antipolitica, in una costante attività di delegittimazione delle istituzioni”. E ancora: “La critica della politica e dei partiti è degenerata in antipolitica, cioè in patologia eversiva”.  

L’antipolitica, di cui mi vanto di essere un missionario, patologia eversiva? Ma gli eversivi (Nar) non sono forse quelli a capo della banda di canaglie che saccheggiava denari pubblici speculando su negri, rom e clandestinume vario, insieme a quel gran prenditore di Buzzi? Vabbé, gli sarà sfuggito. Però, l’uomo del Colle ha ridetto no! E lo ha fatto – come racconta da sempre la stampa “regimental” – dall’alto di quel suo “immacolato” curriculum vitae che farebbe di lui un moderno San Francesco, un esemplare modello di politico italiano, avvinghiato al tricolore. 

Mi chiedo: ma l’improduttivo più amato dagli italiani è davvero così come lo descrivono? Ho qualche dubbio, e solo chi è senza peccato potrebbe scagliare la prima pietra. Vorrei suffragare con dei fatti, che vi riporto in rapida sequenza, il passato del presidente.

ELOGIO ANTIPOLITICA COP1- Trattativa Stato-Mafia. E’ uno degli avvenimenti balzati alle cronache recentemente, benché i fatti risalgano agli anni in cui esplodevano bombette tra Milano e Firenze e saltavano per aria i magistrati. Al netto della querelle “giuridico-istituzionale” sull’opportunità o meno di intercettare il Capo dello Stato (degno teatrino degli azzeccagarbugli nostrani) è risaputo che Napolitano ha discusso al telefono – di quei lontani “anni di tritolo” siciliano – con tale Nicola Mancino, ex ministro dell’Interno, del quale è stata confermata la falsa testimonianza nel processo di Palermo. Interrogato, davanti ai magistrati, il Presidente della Repubblica ha fatto scena muta!

2- La figliolanza. Giulio Napolitano è il figlio dell’indignado quirinalizio. Lavora come consigliere per la Presidenza del Consiglio. Il cucciolo della signora Clio è diventato professore ordinario all’Università del Molise. Come ci sia riuscito, lo lascio scoprire a voi: è sufficiente che leggiate l’articoletto che pubblicammo qualche tempo fa, cliccate e leggetevelo (perché l’originale è misteriosamente sparito), insieme a questo.

3- L’onorevole continentale. Re Giorgio ha frequentato tutte le botteghe più oscure della politica e tra i tanti scranni che ha scaldato c’è anche quello di europarlamentare. Viaggiando da Roma a Bruxelles, e ritorno, gli sarebbe balenata per la testa la meravigliosa idea di fare la cresta sui rimborsi dei biglietti aerei, esempio di cristallina moralità peninsulare, di cui si erge a censore. Per chi non ne fosse a conoscenza, consiglio la visione di questo video, che impazza sulla rete da tempo, ma che è inesistente per le mammasantissime tv.

4- Il soviet supremo. Il “migliorista” (già iscritto al fascistissimo G.U.F.) – il nostro, notizia per i più giovani, apparteneva ad una corrente evoluta del partito comunista inventata da Salvatore Veca – non s’è mai contraddistinto per prendere le distanze dalle tonnellate di rubli che arrivavano da Mosca e finivano direttamente nelle casse del Pci. Grazie anche a quei fondi illegali dell’allora “nemico dell’Occidente”, l’URSS, la carriera del “primo cittadino d’Italia” è andata via liscia come l’olio.

5- Forza cingolati: Correva l’anno 1956, i carri armati sovietici invadevano Budapest e dintorni. Insieme a molti compagnucci, anche l’attuale presidente della Repubblica manifestò il suo orgoglio per quel “gesto pacifista”. Riprendo da Storialibera.it: “Nel 1956, all’indomani dell’invasione dei carri armati sovietici a Budapest, mentre Antonio Giolitti e altri dirigenti comunisti di primo piano lasciarono il Partito Comunista Italiano, mentre “l’Unità” definiva «teppisti» gli operai e gli studenti insorti, Giorgio Napolitano si profondeva in elogi ai sovietici. L’Unione Sovietica, infatti, secondo lui, sparando con i carri armati sulle folle inermi e facendo fucilare i rivoltosi di Budapest, avrebbe addirittura contribuito a rafforzare la «pace nel mondo»…”.

Lasciando anche perdere il suo ruolo di manovratore all’atto dell’insediamento di Mario Monti di Letta e di Renzi, ce n’è abbastanza per pensare che il Napolitano di oggi è solo uno di quei ciarlatani impecoriti che, per chi ha a cuore la libertà, fa venir voglia di gridare vendetta. Se poi penso che le sue invettive contro i “Polverini’s boys” prima ed i “Carminati’s (PD) Boys ora, vengono lanciate per difendere la banda di statalesi che capeggia, i suoi strali moralisti mi vien voglia di rispedirli al mittente. Quelli come lui andrebbero ricordati per quello che sono, e sono stati. Per farlo ruberò le parole a due filosofi.

Uno è Marcel de Corte, che sosteneva che“Il comunismo non è altro che l’intellettuale moderno al potere, convinto di saper convertire in realtà il mito che il suo cervello, sradicato dalla realtà, ha concepito in un mondo di cui egli è il solo autore”. L’altra è Ayn Rand, dalla quale ho imparato ad appassionarmi all’antipolitica: “Il bisogno fondamentale del parassita è quello di assicurarsi i legami con gli uomini per venir nutrito. In primo luogo egli considera le relazioni. Dichiara che l’uomo esiste per servire gli altri. Però predica l’altruismo”.

Le rampogne di Napolitano son fuori tempo e fuori luogo, perché – senza sapere di esserlo – quest’uomo è il presidente esemplare per tutti “Er Batman” d’Italia, per tutti i Buzzi amici del PD e sponsor della Dandini, per tutti gli Alemanno. Domanda: non è forse Napolitano, come da Costituzione, il garante della legalità di questo paese? Aveva ragione H. L. Mencken, reporter d’altri tempi: “La democrazia è l’adorazione degli sciacalli da parte dei somari”! 

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7 COMMENTS

  1. Tante ne ha viste, e, tante ne deve aver “fatte” il nostro “presidente” nel corso della sua lunga vita.
    Un mio vicino di casa, originario della Ciociaria, mi ha raccontato un episodio della sua infanzia.
    “Era prossima la caduta del Fascismo ed una sera, la mamma ed il papà erano preoccupati, si respirava una aria di strana tensione in casa, come in attesa di un evento non evitabile.
    Ad un certo momento sentirono abbattere il portone di casa e un rumore di passi di più persone che salivano correndo le scale: la madre era sbiancata in viso ed il mio povero amico, senza sapere, temeva, e tremava, per una paura che vedeva dipinta nelle facce dei genitori.
    Erano loro, i giovani del GUF, (Giovani Universitari Fascisti): quella (milizia) che faceva “pratica”, in “corpore vili” per diventare Classe dirigente dell’Italia “Fascista”; credevano ancora.
    Per farla breve picchiarono il padre e l’obbligarono a bere l’olio di ricino; come da prassi.
    Fu uno shock per tutta la famiglia.
    Pochissimi mesi dopo, caduta la “dittatura”, nelle piazze e nei teatri improvvisati antifascisti arringavano il popolo denunciando le nequizie del defunto regime.
    Uno di questi era ben conosciuto al mio amico; si trattava del capo manipolo che aveva guidato l’aggressione a casa sua poco tempo prima.
    Riciclato, ora, alla “Democrazia”, arringava il popolo denunciando gli “orrori” del fascismo e i vantaggi del Comunismo e della Libertà.
    Rimasto, sulle prime, esterrefatto, il mio amico prese a seguirlo in queste sue manifestazioni per sbugiardarlo pubblicamente e denunciandolo per il suo passato di fascista e picchiatore.
    Dopo aver picchiato il padre in nome del fascismo, ora faceva picchiare il figlio, dal servizio d’ordine, in nome del comunismo.
    L’Infame Pietro Ingrao ha da poco celebrati i novant’anni al “servizio della democrazia”; si trova ancora lì, in Parlamento.
    Immagino che il presidente Napolitano abbia seguito un percorso analogo, da giovane fascista.
    Poi, da meno giovane, plaudiva l’uccisione degli ungheresi ed incassava i milioni di dollari dall’Unione Sovietica
    Chi veramente governa l’Italia, al di fuori delle truccate elezioni, tra l’altro, ha bisogno di personaggi del genere: sono facilmente ricattabili sia
    come ex fascisti che come ex comunisti.
    Ecco perché abbiamo “Premier” non eletti dal popolo.

      • Caro Signor Leonardo, la testimonianza che ho portato mi sembrava in tema con la “chiusa” del Suo articolo, la dove cita il Reporter H.L. Mencken: “La democrazia è l’adorazione degli sciacalli da parte dei somari!” … ed io ne ho fatta di questa esperienza, lavorando alle Poste italiane.

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