di GIANLUCA MARCHI
La Lega tira alla grande in questo momento. No, anzi, è Matteo Salvini che va a mille e nell’immaginario collettivo dei non renziani si erge a unico contraltare, grazie anche al tramonto di Berlusconi (finalmente…) e allo spappolamento del centrodestra italico per come l’avevamo conosciuto finora. Aggiungiamoci che il Movimento 5 Stelle non sta messo molto meglio, col suo leader carismatico ridotto a caricatura incazzosa e appannata, e possiamo comprendere il grande slancio che sta vivendo (almeno nei sondaggi e nei gradimenti virtuali) il leader leghista, che pesca consensi anche dentro i grillini delusi, dove era confluita una parte consistente di elettorato moderato e quindi anche leghista, a dispetto invece dell’insulso gruppo parlamentare, fatto soprattutto da ex centri sociali con annessi e connessi.
In questa stagione di apparentemente grande ripresa del Carroccio, posizionato percentualmente a livelli che in passato non sono stati sfiorati nemmeno nei momenti migliori, a mio parere insiste un equivoco palese, ma che in molti fan finta di non vedere. E cioè: non è il movimento creato da Umberto Bossi a vivere un grande momento, bensì è il suo leader Salvini a essere il vero e unico protagonista di questa stagione. E non è la stessa cosa. Stiamo assistendo a una sorta di “one man show”, dove tutto il resto e tutti gli altri vengono oscurati. Ora, che buona parte della dirigenza leghista venga oscurata non è nemmeno una cattiva notizia visto il livello infimo, salvo alcune eccezioni. Più discutibile appare invece l’oscuramento, se non la cancellazione, del progetto leghista, cioè di quell’insieme di sogni e speranze all’origine di una storia che ora sta degenerando in un qualcosa difficilmente ricollegabile a quell’inizio. Sul carro vincente stanno cercando di salire personaggi, soprattutto al Centro Sud, che in passato sono stati nemici sprezzanti del progetto leghista. Avendo lavorato per qualche anno a Roma, e conoscendone un po’ l’ambiente, ho letto nomi da far rabbrividire provenienti dell’ambiente politico capitolino pronti a legarsi a Salvini, col solo scopo di salire sul carro che potrebbe forse garantire loro la rielezione. Sento anche voci che parlano di possibili porte aperte agli ex pentastellati, a quelli del nuovo centro destra e ai grillini in fuga. Insomma, tutta gente che con l’autonomia, l’indipendenza e il federalismo non ha nulla, ma proprio nulla a che fare. Anzi, parliamo di figli e interpreti del centralismo più bieco. E mi fermo qui per carità di patria.
In un quadro del genere, non è così consolatorio il fatto che il prode Calderoli ci spieghi che i personaggi in lista di attesa non saranno ammessi in Lega, ma semmai entreranno in “Noi con Salvini”, vale a dire il contenitore architettato per contribuire alla trasformazione del Carroccio da partito territoriale a partito nazionale italiano. Beh, non è poi così difficile immaginare quel che avverrà, vale a dire un progressivo svuotamento della Lega (già prosciugata di risorse e strutture), a tutto vantaggio della lista del segretario, che così potrà spingere il piede sull’acceleratore del progetto di accreditamento come nuovo leader del centrodestra. Sia chiaro, un progetto legittimo, ma che non c’entra nulla con il leghismo.
Tutto ciò deve considerarsi un bene o un male? Credo che dal punto di vista del nostro piccolo angolo di indipendentisti sia utile che tale processo si dipani il più rapidamente possibile per togliere definitivamente di mezzo l’equivoco leghista e forse, ripeto forse, consentire il germoglio di qualcosa di nuovo, se ancora ci vogliamo credere.
sacrosanto e vero tanto quanto 2 più 2 fa 4… con una sola aggiunta speriamo che anche la dirigenza migri tutta in noi con salvini…
Concordo con il punto di vista, formattare e reinstallare, non c’è altro modo. Un post-lega porterà di sicuro a qualcosa, gli ultimi irriducibili, ma in buona fede, dovranno pur trovare uno spazio…
Non mi sembra difficile intuire cosa frulla nella testa di Salvini.
Partendo dalla base leghista storica cercare di mantenere quello zoccolo e far salire sul carro tutta la pletora degli incazzati che vanno dagli ex grillini fino agli ex FI allo sbando.
Da qui accreditarsi come nuovo e unico leader anti Renzi con lo scopo primario di tentare la scalata alla presidenza del consiglio e da li impostare una politica che accontenti le due anime del futuro partito italianista, l’autonomismo e il federalismo (per la Lega) e l’anti PD per gli altri.
Potrà funzionare? dipende dai tempi se si voterà a giugno NO, forse più avanti, una cosa è certa chi ancora vuole sentir parlare di Padania dovrà farlo fuori dalla Lega, che parla oggi solo di immigrati e no euro.
Salvini vuole sganciarsi dalla lega, mediante “immigrazione” dagli altri partiti, proprio per cestinare qualsiasi idea federalista, la nomina solo quando fa i comizi in Veneto… per il resto è tab§ assoluto parlarne… solo “salviamo l’italia” “il nostro paese” “i nostri marò”… rassegnatevi, non ci sarà nessun “inside job”, non esiste un partito federalista in italia.