di PIETRO AGRIESTI
Quando è entrato in vigore il Digital Service Act ho fatto una rassegna stampa per verificare come ne stesse parlando la stampa mainstream (VEDI QUI).
Questa rassegna mostra che la stampa mainstream quando ne ha parlato lo ha fatto in modo acritico e per acritico non intendo dire che era d’accordo, ma che aveva scollegato il cervello e non ha fatto altro che reimpaginare i comunicati stampa della Commissione Europea, intervistare i suoi sostenitori o ripetere le parole di gente come Breton e Von Der Leyen.
Questa è la buona informazione a cui ci dobbiamo affidare per evitare la disinformazione? E a un anno di distanza il tono sul DSA e tutte le altre leggi simili approvate in Occidente non è cambiato.
Al posto di difendere la libertà della discussione pubblica e con essa la loro stessa indipendenza e libertà, i media mainstream appoggiano l’idea che le istituzioni e gli apparati politici debbano moderare la discussione pubblica, per evitare che si diffondano idee e sentimenti che giudicano pericolosi.