di GILBERTO ONETO
Miglio aveva scritto parole lucide e dolorose sull’incapacità dei padani a dare una prospettiva politica alla loro straordinaria forza produttiva. Aveva analizzato questo caso, praticamente unico al mondo, in cui una comunità dalle straordinarie capacità economiche, sociali, culturali e anche umane, sia del tutto incapace a governare sé stessa, sia condannata a subire il potere politico altrui che – alla fine – la rapina di gran parte delle sue ricchezze. C’è una specie di maledizione – diceva il Professore – che attraversa la nostra storia di giganti economici e di nani politici. Con minore eleganza ma maggiore efficacia rappresentativa, un altro grande padano padanista, Gianni Brera, chiamava questa terra “la barca di cuiuni”. Questo vale per i padani in generale e verrebbe da sperare che questa devastante sindrome di Stoccolma, questo autolesionismo collettivo, riesca a risparmiare almeno quei padani che se ne sono resi conto, che hanno capi
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