di GILBERTO ONETO
Giorni fa il nostro giornale ha ospitato un garbato intervento di Paolo Bernardini sulla (in)esistenza della Padania, un tema per il quale sono stato (e mi sento) tirato in ballo. Prima di riprenderlo e di cercare di rispondere devo però fare alcune, abbastanza tristi considerazioni.
La prima riguarda l’oggetto stesso del contendere: un’idea di cui una parte di un partito politico ha fatto un uso così maldestro da renderla insopportabile a molti. Venti e più anni (tanti sono trascorsi da quando a un termine geografico è stato affidato un destino politico e identitario) sono un periodo più che sufficiente se non a creare un radicato idem sentire almeno a definire il progetto, a dargli delle connotazioni riconoscibili, a chiarire un obiettivo su cui costruire un embrione di “nation building” ameno in termini di immagini riconosciute. Altre comunità europee hanno saputo utilizzare il tempo (e anche le risorse e le comunicazioni) in maniera assai pi
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