Quando smettono i panni degli ideologi, di cultura marxista, anche gli storici prima o poi ci arrivano a rendersi conto di cosa sia la realtà. Quando dirigeva il Corriere della Sera, Paolo Mieli è sempre stato la quinta colonna del centro-sinistra. Il suo editoriale in cui incitava a votare Prodi rimane un caposaldo del giornalismo di regime. Ma anche i Paolo Mieli invecchiano, dimenticano il loro passato da giornalisti militanti ed aprono gli occhi.
A Trento, ospite della “Giornata dell’autonomia”, l’ex sostenitore di “Potere Operaio” ha affermato quanto segue:
1- «Per quello che fanno con l’autonomia i siciliani, voi trentini pagate un prezzo altissimo. Loro se la spassano e voi pagate il conto».
2- «Il Trentino dà allo Stato un miliardo, più di un quinto del vostro bilancio, più di chiunque altro».
3- «Le strade migliorano dove finisce la gestione dell’Anas».
4- «L’autonomia è una delle gemme che reggono l’Italia e voi ne avete tenuta alta la bandiera».
5- «L’autonomia è l’unica risposta e antidoto alle violenze di pulizie etniche e migrazioni forzate. L’architettura della convivenza, come dimostrarono gli imperi prima di essere travolti dal primo conflitto mondiale e dalla tossina del nazionalismo, è l’unica che fa reggere gli Stati».
Quella di Mieli è stata definita dalla stampa locale una “lectio magistralis” che ha chiuso la parte ufficiale della Giornata dell’autonomia. Le sue parole sono risuonate nelle orecchie di autorità varie, politici vecchi e nuovi e rappresentanti istituzionali e delle categorie economiche, oltre alla solita prima fila con parlamentari, vescovo e il sottosegretario Bressa. Il tutto in occasione del 69° anniversario dell’accordo tra Degasperi e Gruber.
Un solo neo nel discorso di Mieli, per come è stato riportato dalla stampa: il giornalista ritiene che l’autonomia trentina dovrebbe essere esportata in tutta Italia. Una fallacia vera e propria, come dimostra il fatto stesso che lui abbia citato la Sicilia – che di autonomia ne ha più del Trentino e del Sudtirolo messi insieme – come esempio fallimentare di autonomia.
Non s’è mai visto che in un cesto in cui ci stanno delle mele buone, quelle guaste non finiscano per farle marcire.
A me risulta che il Trentino, al contrario di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, riceva dallo #StatoLadro più di quello che lo #StatoLadro gli sottrae.
Poi essendo appunto trentini e non siculi, i soldi li spendono meglio …
Il dato sul residuo fiscale come si può vedere dalle tabelle al Link:
http://www.consiglio.regione.lombardia.it/c/document_library/get_file?uuid=ffb27df6-3133-4ed4-bef7-e31037fd9b24&groupId=38960
è abbastanza incerto per gli anni dal 1996 al 2011.
Mentre per i dati dal 2012 non è assolutamente vero che riceve più di quanto versa:
http://scenarieconomici.it/dati-regionali-2012-shock-residuo-fiscale-saldo-attivo-per-95-miliardi-al-nord/
http://www.cgiamestre.com/wp-content/uploads/2015/02/residuofiscale.pdf
http://www2.landtag-bz.org/documenti_pdf/idap_339757.pdf
anche se certamente non è ai livello di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, il Trentino Sud Tirol versa più di quanto riceve.
GRAZIE!
Esatto, il residuo fiscale della regione intera, Trentino Alto Adige, mi pare sia leggermente negativo, cioè danno 100 a Roma e gliene torna diciamo 104, non 114 come la Sicilia che poi sappiamo benissimo come si pappa quei 14.
Lombardia infelix, invece, semplicemente dà 100 e gliene ritornano – bontà italiota – circa 68. In soldoni e non numeri “indici”, quei 32 si possono convertire nella bellezza di circa EUR 52 mld annui.
Se-ces-sio-ne
Tranquillo! Se la situazione fosse quella che sostiene Lei, Roma da tempo avrebbe consegnato il Trentino all’Austria , con una bella teoria giustificatoria allegata, nello stesso stile dell’attuale ( di senso opposto) che blatera del “confine naturale “
E’ anche vero, come ricordò l’ambasciatore Sergio Romano in una lettera al Corriere (scusate non ho il link sottomano) che adesso la spinta anti-italiana del Trentino è decisamente abbassata e che l’Austria stessa non forza la mano per riavere quelle terre sia perchè migliorare quell’autonomia sarebbe troppo dispendioso, sia perchè il Trentino si è sempre sentito più legato ai Tedeschi che non agli Austriaci.
A me quella di Mieli pare una “arruffianata” per compiacere il pubblico più che altro, visto che ben più del Trentino sono Lombardia e Veneto il motore dell’economia italiana e il Trentino ha un numero non basso di dipendenti pubblici – che non pagano le tasse (Leonardo Facco docet) e che non producono valore economico.
Affermare che il Trentino dia più di tutti mi puzza di balla visto che gran parte delle tasse che pagano ritornano a loro, facendole fruttare in servizi pubblici fatti con tutti i crismi (al contrario di altri).
Può darsi che , prima di crepare, tessa le lodi del Prof.Miglio.