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Passato l’attentato, la catalogna pensa al referendum indipendentista

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di REDAZIONE

ANSA – Superato il trauma causato dalla strage della Rambla, e concluso il periodo di lutto, i partiti secessionisti catalani intendono riprendere la settimana prossima la corsa verso il referendum dell’1 ottobre, e lo scontro con Madrid, che lo ha dichiarato “illegale”.

Fonti del blocco indipendentista, che ha la maggioranza assoluta nel parlamento di Barcellona, hanno indicato che gli attentati non cambiano l’obiettivo del primo ottobre. Anche se tutto rimane fermo fino a dopo la grande manifestazione unitaria contro il terrorismo di Barcellona, sabato pomeriggio, cui sono attesi tutti i dirigenti politici spagnoli e catalani e decine di migliaia di persone. I due nemici irriducibili nella ‘guerra’ sull’indipendenza catalana il premier spagnolo Mariano Rajoy e il presidente catalano Carles Puigdemont che non si parlavano da mesi, negli ultimi giorni si sono visti più volte e sono rimasti in contatto permanente, elogiandosi a vicenda per la cooperazione fra l’amministrazione centrale e quella catalana.

Dal giorno degli attentati Puigdemont ha evitato qualsiasi accenno allo scontro con Madrid sul referendum. Ma il vicepresidente Junqueras ha confermato che il ‘governo’ andrà avanti.

Si prevede che il 6 o il 7 settembre il ‘Parlament’ di Barcellona approvi la legge di convocazione del referendum, facendo scattare l’immediato ricorso di Rajoy alla corte costituzionale di Madrid, che a sua volta la boccerà immediatamente. Il governo catalano ha però già fatto sapere che non obbedirà all’ingiunzione di Madrid, in nome della nuova ‘legalità catalana’.

In merito all’attentato, va segnalato un vergognoso “errore” commesso dal Corriere della Sera, che ha attribuito agli indipendentisti catalani vicinanze con l’attentatore.

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