Sono in molti, in Italia, a lanciare invettive contro l’Olanda, il cui governo sarebbe reo di non volere la mutualizzazione del debito pubblico a livello europeo. Tanto basta per bollare come “egoisti” gli olandesi, scatenando poi la cavalleria patriottica con dossier giornalistici sullo status di paradiso fiscale che sottrarrebbe slealmente gettito agli altri Paesi europei.
Argomento che torna puntualmente ogni volta che lo spread tra i rendimenti dei titoli di Stato italiani e tedeschi aumenta e a livello comunitario non si trova l’accordo agognato dai governi italiani: che qualcuno si rassegni a mettere la garanzia dei propri pagatori di tasse sulla spesa pubblica fuori controllo del Bel Paese. Ivi inclusi i Paesi baltici con un reddito pro-capite che è ancora una frazione di quello italiano, ma che finora non hanno pensato che la via al benessere per tutti passi da una maggiore spesa pubblica, come invece è convinto gran parte di coloro che chiedono il voto (e di coloro che votano) in Italia da oltre mezzo secolo.
Da ultimo, ho letto un post su LinkedIn di Alessandro Plateroti, editorialista del Sole 24 Ore, di cui è stato vice direttore. Riguarda un altro aspetto non nuovo: il mercato immobiliare olandese e il debito privato contratto per acquistare casa. Sarebbe una prova del fatto che l’Olanda non se la passerebbe poi meglio dell’Italia. Scrive Plateroti, commentando una tabella presa da uno studio della BCE:
“Olanda, Belgio, Danimarca, Austria: paesi con “banche sane” che hanno usato il QE per gonfiare una mostruosa bolla finanziaria caricandola sulle spalle del risparmiatore e della casa. Come si definisce un mercato bancario in cui il debito finanziario di un proprietario di casa è al 210% sul suo reddito? Questa è l’Olanda. In Italia, il rapporto è solo al 60% e la media UE è a quota 85%: chi è più solido gli italiani o gli olandesi? La maggioranza dei “virtuosi” e’ in area rossa (max percolo sistemico) o arancione (pericolo alto): un Eurobond, in questo contesto, gli alzerebbe i tassi mandando il paese a gambe all’aria. Notare bene che in tutte le graduatorie, il mercato italiano ha i valori migliori. Lo dice BCE. Con slogan e bandierine non saremo mai credibili.”
A mio parere quegli stessi numeri andrebbero letti diversamente. Qualunque cosa si pensi della politica monetaria, è evidente che da diversi anni i provvedimenti della BCE sono troppo espansivi per i Paesi del Nord, dove i tassi negativi hanno spinto l’investimento immobiliare, gonfiandone i prezzi e costringendo anche chi deve comprare la casa di abitazione a (sovra)indebitarsi per acquistare un appartamento.
In Italia questo non è successo non perché ci sia una maggiore quantità di virtù, bensì perché il Paese non è mai uscito dalla melma della crisi di un decennio fa. Il rischio Italia non ha portato i tassi sotto zero come altrove e, quindi, i prezzi degli immobili non si sono gonfiati come nel Nord Europa.
Tra l’altro nessuno a nord delle Alpi dubita della salute finanziaria dei risparmiatori italiani, tanto che, ogni volta che i nostri patrioti notano che giacciono sui conti correnti circa 1.400 miliardi in liquidità, forniscono un assist a coloro che risolverebbero la questione con una bella compensazione tra debito pubblico e risparmio privato, ossia una sontuosa imposta patrimoniale. Il debito pubblico residuo sarebbe pari al 55% del Pil, un livello simile a quello dei migliori Paesi del Nord.
A quel punto, dovendo comunque mangiare, i proprietari dei 1.400 miliardi liquidi dovrebbero indebitarsi di più, perdendo la loro proverbiale virtuosità.
Ovviamente questi ragionamenti macro hanno il difetto di considerare l’Italia come un unico agente, facendo un bilancio consolidato prima tra tutti i privati, poi tra Stato e privati. Peccato che, così facendo, si darebbe un colpo mortale ai produttori di tasse perché da decenni ci si rifiuta di togliere anche un solo centesimo ai consumatori di tasse. Anzi, ogni governo peggiora le cose rispeto a quello fatto dai precedenti.
Comunque è vero: con slogan e bandierine non saremo mai credibili. Ma attenzione a come si analizzano i fenomeni prodotti dalla politica monetaria.
Il problema in Italia è che sembra ci sia una massa enorme di individui che vive a spese dello stato senza che ci sia una plausibile giustificazione in rapporto al ruolo/efficienza e questo è percepito riguardo ad ogni settore della macchina pubblica…chissà se è così anche in altri paesi…o si tiene nascosto.