“Prenderemo tutti i soldi che servono per migranti e sisma in piena autonomia”. Questo va ripetendo da giorni il presidente del Consiglio, riferendosi alla prossima legge di bilancio, pensando – sai che novità – ad aumentare il deficit rispetto a quanto previsto e concordato in precedenza con la Commissione Ue.
Qui non voglio entrare nel merito delle spese che Renzi intende finanziare. Peraltro lui di solito parla di quelle che creano consenso, ma evita accuratamente di fare riferimento ai mancati tagli pur pomposamente promessi nelle prime slides che propinò agli italiani nel 2014.
Ciò che mi interessa evidenziare è che, usando il verbo “prenderemo”, Renzi sembra voler dare a intendere che quei soldi arrivino dal cielo. Considerando che sarà maggior deficit, quei soldi arriveranno da maggiori emissioni di titoli di Stato. Attualmente costano poco, e non tanto per le virtù delle finanze pubbliche italiane, quanto per gli acquisti massicci operati dalla Bce ogni mese. Ma non si può ritenere strutturale il basso costo del debito. Né si può dimenticare che quello stesso debito verrà pagato mediante tasse esplicite o implicite (inflazione). Non si tratta di un pasto gratis.
Per cui, in ultima analisi, quei soldi usciranno dalle tasche di qualcuno; saranno pure il frutto dell’esercizio di “piena autonomia” da parte di Renzi. Ma si tratta di un’autonomia a spese altrui.
Oro colato.
Sono spese elettorali.