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Per il veneto plebiscito.eu si propone di aiutare lo stato italiano

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plebiscitodi REDAZIONE

Un accordo politico tra veneti e Stato italiano per l’indipendenza della regione veneta. Questa la proposta lanciata da Gianluca Busato, presidente di ‘Plebiscito.ue’, comitato promotore del referendum online sull’indipendenza del Veneto.

“Prima di tutto voglio dire che la scelta come veneti di fare il referendum per l’indipendenza è stata una scelta saggia che ha anticipato un evento, la consultazione in Scozia, per il quale avevamo previsto un risultato non positivo. – afferma Busato all’Adnkronos – Possiamo dire che è stata come una pacca sulla spalla, insomma una scelta giusta”.

“Ora lo scenario, secondo noi, si fa interessante: intanto a livello internazionale, all’interno dell’Europa occidentale, con la Scozia, è stato sdoganato il concetto di indipendenza, – prosegue Busato – se ne discute non come un qualcosa del passato ma come qualcosa che avverrà in futuro. E nello scacchiere emergono altri attori oltre la Scozia, come la Catalogna che ha già un appuntamento referendario, e il Veneto che già si è fatto notare con il referendum digitale, online, del marzo scorso”.

“I nodi vengono al pettine, lo Stato italiano è in una profonda crisi economica e politica e per uscirne dovrebbe inanellare una serie di gol, – continua ancora Busato – far approvare e avviare le diverse riforme giudiziaria, fiscale, politica che dovrebbero permettere una ripresa economica e quindi una crescita, nonché uscire dall’euro: piuttosto improbabile“.

“E allora noi di Plebiscito.ue, che vogliamo aiutare lo stato italiano auspichiamo di poter lavorare per raggiungere un accordo con lo stato italiano per poterci rendere indipendenti, ma facendonci comunque carico di una parte del debito dello Stato. Sarebbe una concessione incredibile: – dice ancora Busato – il Veneto conquisterebbe la sua indipendenza e lo Stato comunque avrebbe il parziale contributo del Veneto al risanamento del debito pubblico”.

“Questo significherebbe una soluzione innovativa per l’indipendenza e le trattative per questo accordo verrebbero intraprese da una delegazione di veneti, i primi dieci che hanno ricevuto le maggiori preferenze nel referendum online: sarebbero i giusti interlocutori. Insomma – conclude Busato – ora serve andare al di là del referendum e si può raggiungere l’indipendenza anche attraverso un accordo politico e poi sarebbe un ‘win win’, cioè vantaggioso per tutti e un modo per ridare fiducia ai cittadini nel futuro e nella ripresa”. (ADNKronos)

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11 COMMENTS

  1. … e no!, Caro Gianluca,

    Dovremmo accollarci il debito dello Stato italiano, sia pure per una quota parte?, questo vorrebbe dire dover rispondere alle richieste di quell’Organismo ogni qual volta questo si trovasse in difficoltà; e dove sarebbe l’indipendenza?
    Il debito pubblico è stato creato da Lorsignori che l’hanno usato per acquistare i voti con i soldi delle entrate fiscali, nel corso di decenni, e a spese dei contribuenti, “debito” rappresentato dal numero spropositato di dipendenti pubblici; debito creato dalla Triplice sindacale che nel 1973, quando ricevette la direzione, dalla classe politica, dell’INPS, fece assumere nell’Ente 5000 sindacalisti con la funzione di stabilire a chi assegnare la pensione di invalidità; altro furto contro i lavoratori di cui adesso vediamo ancora gli effetti: il debito pubblico italiano risulta essere inestinguibile?!, ebbene quello dell’INPS è una volta e mezzo o due di quello, il che testimonia della malafede della classe politica italiana tutta, sindacato compreso.
    Vogliamo renderci complici?
    E il principio di uguaglianza di fronte alla legge?
    Invece di portare tutti questi responsabili a Piazzale Loreto vogliamo fornire loro un alibi avallando e sostenendo, la loro tesi, che i soldi sono stati spesi per la “socialità”?
    Il piccolo imprenditore perseguitato da Iniquitalia viene fatto fallire e la sua impresa venduta sul mercato ad un prezzo meno che dimezzato da chi scientemente ha lavorato per questo risultato.
    La devono passare liscia?, dobbiamo avallare anche questa iniquità?
    A scuola insegnavano, studiando la Storia di Roma, che a una frase di Brenno che, forte della conquista della Città minacciava i suoi cittadini con la frase “Vae victis”per ottenere, contro i patti, più oro del convenuto rispondesse Marco Furio Camillo: – “Non auro, sed ferro, recuperanda est patria!” -.
    Secondo invece un’autorevole interpretazione moderna di Emilio Gabba, i Galli si ritirarono per fronteggiare gli attacchi dei Veneti, a nord dei loro territori originari, portando via il bottino di guerra, veneti alleati dei romani contro i Galli.
    Detto questo non si parli più di “pagare” per riavere la nostra libertà che questi infami personaggi, come Brenno, non ci “mollerebbero” più.

    • il debito “pro quota” ad oggi io credo che al tavolo di trattativa sarà sicuramente argomento su cui ragionare, e poi stop!
      ma si andranno a considerare anche le quote dei fondi pensioni incamerati da Roma e che dovrebbe sborsare… le pensioni se le accollerà la Repubblica Veneta possibilmente aumentando le minime, e così va a finire che i conti magari si pareggiano… insomma ce ne sono cose da trattare, ma alla fine ne usciremo… ci saranno osservatori internazionali, non è la prima volta che degli stati si separano… esempi in Europa ce ne sono già stati…

  2. L’apparente nonsense della strategia in atto presuppone pragmatica visione lungimirante.

    È assai fuori dal tempo e oltremodo controproducente riesumare ciò che è andato.

    Per Spirito d’Identità va certo bene acculturarsi e rafforzare la propria Coscienza poggiando sulla realtà storica della gloriosa Serenissima, ecc., ed è attitudine corretta da promuovere perché figlia di sano orgoglio; però fino ad un certo punto, poi stop!

    È per contro una perdita di tempo, energie, risorse, morale, ecc., imperniare le argomentazioni portanti pro Indipendenza sul reclamo di quanto è stato “dato” all’invasore pur non dovendo alcunché, anzi, nella condizione di poterlo vantare come credito (non solo €).

    Chi ha dato, ha dato e chi ha avuto, ha avuto.

    Sta passando oggi il messaggio di un Veneto capace di una così grande generosità, e nonostante tutto e tutti, che può addirittura ,proporsi nell’aiutare il nemico più acerrimo.

    Tutto ciò parrà assurdo a ben più di qualcuno, ma questo comporta l’essere sempre un passo avanti rispetto ai gretti manipolatori dell’opinione altrui, oppure agli opinionisti egocentrici a tempo perso, narcisisti di mestiere.

    Le sterili parole eleganti degli aggettivisti di professione (politici in primis) servono solo a “impenir al de drio de luganeghe”; raggiunta la capienza massima, poi non ne passano più.

    Certo la persuasione della fattiva validità di tal procedere comporta il dover darsi da fare, perché la costatazione della sua esatta collocazione nello Spazio e nel tempo possa diventare condivisone e collaborazione.

    L’e ora de cjacolar manco e de pedalar de pì, che co’ la lengua i è boni tuti.

  3. Ora Busato ha davvero mostrato il suo volto.

    Invece di preoccuparsi del suo Popolo, si preoccupa del fallito stato italidiota. Vuole farsi carico di (forse) un 2/300 miliardi di € di debito pubblico che con i trattati attuali è un vero debito da restituire: bel modo di far nascere uno stato! Saranno contenti i Veneti che avranno fin da subito una grande palla al piede!

    Vorrei ricordargli che innanzitutto la semplice regione amministrativa Veneto non ha diritto all’indipendenza né per la costituzione italidiota né per il diritto internazionale, al contrario del Popolo Veneto il quale però non risiede solo in Veneto ma anche in Friuli Venezia Giulia e l’est della Lombardia. Inoltre se si degnasse di appoggiare il rinato stato Lombardo-Veneto (di austro-ungarica memoria) si avrebbe uno stato pienamente sovrano, leggittimo rispetto al diritto internazionale, fuori dei trattati capestro europei (€ su tutti) e libero dal debito pubblico italidiota. In termini puramente economici ditemi voi quale è la migliore soluzione.

    • Bene Lucio, continua con il tuo progetto; criticare i progetti degli altri non fa onore, e mette in discussione anche la validità del proprio

    • caro Signor Lucio, io che sono veneta ed ho passati quasi tutto il mio periodo lavorativo in ambienti diversi e tutt’altro che insignificanti, non mi sono mai sentita omologata ai lumbard, ma sempre sono stata marcata, e per me orgogliosamente, veneta…perciò che dice che siamo un tutt’uno solo perchè per un periodo siamo stati Lombardo-Veneto! che son cinquant’anni di forzata unione rispetto a storie di pololi millenarie…
      Quanto ai Veneti, sono sparpagliati in tutto il mondo, soprattutti per emigrazioni dall’annessione all’Italia in poi, e sempre per sfuggire a situazioni di enormi difficoltà conseguenti al fatto che il Veneto da allora fu considerato colonia ed essendo territorio limitrofo rispetto a Roma e in posizione strategica rispetto agli altri stati, e sempre stato teatro di tutte le guerre e di tutti i conflitti mondiali…
      Perciò, se oggi partendo da una realtà di fatto, la Regione, i Veneti si sono fatti di loro iniziativa un Referendum per contare la volontà di essere indipendenti, e questo per opera intelligenti di Plebiscito2013, non tiri puori altro argomenti che sono infiniti ma non misurabili ed accetti anche Lei la realtà, come lo hanno fatto i Veneti partendo da una situazione di fatto…Le faccio notare che il Sì all’indipendenza si è manifestato su una domanda secca se si voleva una Repubblica Indipendente sovrana e federale…e questo dovrebbe far riflettere tutti i veneti limitrofi che volessero con proprio referendun chiedere di farne parte, con ciò rilevando il carattere di apertura massima che ha sempre connotato il Popolo Veneto attraverso i secoli.
      Ed anche quest’ultima iniziativa del Presidente della Delegazione dei Dieci, uscita dal Referendum di marzo, dove, lo ricordo, il sì all’indipendenza è stato dell’89 per cento, ne è una testimonianza…
      Al di là della filosofia, lo sguardo va alle soluzioni pratiche che possono risolvere i problemi dei Veneti con giovamento dell’Italia romanocentrica in totale marasma che sta portando tutti al dèfault generale.

      • mi scuso di tutti i refusi del mio intervento qui sopra… non mi è riuscita la manovra per poterlo rileggere… sono antica e inesperta nonostante quarant’anni di lavoro a Milano…

      • Se noi Lombardi vi facciamo così schifo… alura siguitì a stà insema ai teròn…trad: allora continuate a stare insieme ai terroni.
        Mi piange il cuore a vedere questo schifamento da parte dei veneti verso noi lombardi…con tutti gli italioti da cui siamo circondati andate a preoccuparvi di NOI? cominciate a pensare alla massa di veneti collaborazionisti traditori che avete in casa!
        Guardate da una parte e vedete l’italia con italioti e meridionali vari annessi che MAI vi darà l’indipendenza, guardate dall’altra e c’è il lombardo veneto con solo i lumbard a darvi “fastidio” (QUALE fastidio poi vorrei saperlo) e che potrebbe fare anche 5 minuti dopo un referendum per il veneto indipendente.
        Lo so che è la stessa formula che ha usato la dannata Lega Nord…ma solo perchè portato dalle persone sbagliate non significa sia un ideale sbagliato.
        Lumbard e veneti non saranno uguali, ma possono essere sinergici, anche solo per breve tempo e per il bene finale di entrambi.
        Di tutti gli indipendentisti siamo quelli a cui siete, volenti o nolenti, più vicini…è ingiusto, inutile e dannoso per tutti lo schifarci.

        p.s. lega e berlusconi e italioti vari NON SONO veri lombardi…e a tal proposito dovreste prima guardarvi i VOSTRI di nemici interni.

        Lombardia Libera e viva La Serenissima!

    • In termini di diritto internazionale e per la costituzione italidiota la regione amministrativa italidiota Veneto non può aspirare all’indipendenza: è una pura emanazione dello stato centrale.

      Due sono le possibilità concesse dal diritto internazionale: autodeterminazione di popolo o ripristino di stati pre-esistenti.

      Busato pretende di applicare l’autodeterminazione. E va bene. Allora avrebbe dovuto estendere il referendum fin da subito a tutte le zone dove si estendeva la Serenissima in Itaglia. Farlo solo per la regione Veneto è concettualmente sbagliato. Inoltre pretende di farsi carico di parte del debito pubblico. Ciò vale nel caso di secessione non in quello di autodeterminazione! Non diamoci la zappa sui piedi da soli.

      L’altra possibilità è forse più fattibile visto il contesto politico mondiale. Si ripristina la totale sovranità di uno stato pre-unitario con tutti i suoi pregi e difetti, ricchezze, crediti e debiti (e questi ultimi sono certamente inferiori di quelli dell’attuale Itaglia), ecc.
      Al di là delle differenze che esistenti tra lombardi, veneti e mantovani ed al di là dei 50 anni di unione forzata evidenziati dalla Signora Caterina, è necessariamente l’allora Lombardo-Veneto (e non l’allora Veneto) a poter aspirare al ripristino in quanto, nell’ambito dell’allora Impero Austro-Ungarico, era esso ad avere dignità di stato ed era vivo e vegeto dopo il 1840. A partire da quell’anno, in caso di “acquisizione militare” andavano fatti i plebisciti e, dato che quello del 1866 è intrinsecamente non valido, è molto più semplice ripristinare il Lombardo-Veneto che passare per l’autodeterminazione del Popolo Veneto (operazione comunque leggittima e nobile). E se è vero come è vero che quel plebiscito non è valido, allora il Lombardo-Veneto è già ora indipendente. Prendiamoci la nostra indipendenza e sovranità fin da ora senza perdere tempo dietro ad una causa (comunque nobile) quale è l’autodeterminazione. Poi se ci vogliamo separare ulteriormente lo faremo in tutta tranquillità.

      • forse, Signo Lucio, non ha letto con attenzione la Dichiarazione d’Indipendenza della Repubblica Veneta del 21 marzo scorso perchè ogni rigo è un richiamo ad una pagina di storia o ad un diritto…
        In fondo nulla vieta che in futuro altre iniziative possano portare ad allargamenti per accordi o patti, in fondo ognuno fa il suo percorso e raggiunge l’obiettivo con le motivazioni che sono più radicate e, se vogliamo, possiamo pensare di arrivare, in futuro e chissà quando, ad una Confederazione… la Svizzera è così, la Germania con natura diversa pure…insomma stare fermi ipotizzando un futuro non giova a nessuno, il futuro è aperto a sviluppi ma oggi come oggi è difficile e direi anche inutile immaginarlo… un passo alla volta, ciascuno col suo passo…

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