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Per la corte costituzionale spagnola, non esistono 2 milioni di catalani

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20140911_100458 (640x480)di MARIETTO CERNEAZ

Non ci aspettava che fosse diverso, ma ora è ufficiale. La Corte Costituzionale spagnola, con una sentenza adottata oggi all’unanimità, ha annullato la consultazione sull’indipendenza svoltasi in Catalogna il 9 novembre scorso e la legge catalana grazie alla quale era stata convocata.

I magistrati, come ampiamente previsto, hanno accolto il ricorso del governo centrale spagnolo contro le due iniziative della Generalitat catalana. La Corte aveva già decretato a ottobre la sospensione cautelare del referendum e della legge in attesa della pronuncia sul merito, arrivata ora. 

Immediata la reazione del presidente della Generalitat Artur Mas, che ha detto: “La decisione presa dai giudici non fa altro che rafforzare ulteriormente il carattere plebiscitario delle prossime elezioni del 27 settembre prossimo”. Ancora: “Dall’altra parte, quella spagnola, non c’è interesse a dialogare e nemmeno interesse a lasciare che il popolo si possa liberamente esprimere”.

Anche il presdiente del Parlamento catalano, Núria de Gispert, ha ribadito, più o meno, lo stesso concetto: “Hanno chiuso la porta in faccia al popolo, il 27 settembre prossimo il voto sarà ancor più plebiscitario”. Infine, duro anche il vice-presidente del parlamento catalano, Joana Ortega: “Non è possibile pensare di far sparire dalla storia una consultazione come quella del 9 novembre scorso. Il 9 novembre sono scese in piazza 2 milioni e trecento mila persone, che hanno espresso la loro volontà sul diritto di decidere”.

Questa sentenza, in pratica, apre la campagna elettorale che porterà alle prossime elezioni catalane, che più che scegliere chi governerà la Catalogna, deciderà se la Catalogna sceglierà l’indipendenza oppure no.

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