Lo Stato, piuttosto, è un’istituzione parassitaria che vive sulle spalle dei suoi soggetti, nascondendo la sua natura anti-sociale e predatoria sotto una patina di interessi-pubblici.
Come disse Oppenheimer, esso è l’organizzazione del mezzo politico per il conseguimento della ricchezza. “Lo Stato”, scrisse Rothbard, è quell’organizzazione, presente in società, che cerca di mantenere il monopolio dell’uso della forza e della violenza in una data area territoriale; in particolare, è l’unica organizzazione in società che ottiene le sue entrate non per contributi volontari o per il pagamento di servizi resi, ma tramite coercizione.
Mentre altri individui o istituzioni ottengono i loro introiti tramite la produzione di beni e servizi e tramite la pacifica e volontaria vendita di tali beni e servizi ad altri, lo Stato ottiene le sue entrate per mezzo della costrizione; ovvero, tramite l’uso e la minaccia della galera e delle baionette. Avendo usato la forza e la violenza per ottenere le sue entrate, lo Stato generalmente continua a regolare e dettare anche altre azioni dei suoi cittadini.
Lo Stato fornisce un canale legale, ordinato, sistematico per la depredazione della proprietà privata; esso rende certa, sicura e relativamente “pacifica” la continuazione della casta parassitaria all’interno della società. Siccome la produzione deve sempre precedere la spoliazione, il libero mercato è antecedente allo Stato. Lo Stato non è mai stato creato tramite un “contratto sociale”; esso è sempre nato per mezzo di conquiste e sfruttamenti.
Lo Stato è una vera e propria religione, avente ad oggetto la venerazione del suo famelico idolo, con tanto di sacerdoti, chierici, “morale pubblica” e comandamenti
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