di RAFFAELE VARGIU
Murray Rothbard rifiutò, sempre, drasticamente, categoricamente, ogni tentativo fatto nell’arco del pensiero Occidentale moderno di presentare l’idea di un contratto sociale come fattore fondamentale della coesistenza umana.
Per Murray Rothbard l’idea del contratto sociale è un feticcio del pensiero umano, una scusante, una stravagante proposta politica diventata “mito”.
Egli segue le idee del sociologo Franz Oppenheimer, che era un Socialista, certo, ma sostenitore di un Socialismo fondato non sull’imposizione politica del Socialismo, ma sull’adesione strettamente volontaria ad esso. Sia Murray Rothbard, che era un Liberale eticamente di ispirazione Capitalista, che Franz Oppenheimer, che era un Liberale eticamente di ispirazione Socialista, sono sempre stati entrambi pienamente d’accordo nell’affermare che ogni Stato nasce dalla violenza più becera e dall’oppressione più cruda.
Per entrambi i pensatori la società civile nasce da accordi consensuali stretti dai cittadini e non da imposizioni politiche provenienti dai saggi e dai medici, dai giudici e dai militari, dai principi e dai deputati.