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Per sconfiggere l’islam serve la “gloriosa vecchia cultura”

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di GUGLIELMO PIOMBINI

I giovani musulmani sono impazienti di sottomettere l’Europa, ma le loro azioni terroristiche sono un errore strategico, perché potrebbero suscitare la reazione degli europei (anche se finora non se ne vede traccia). Se gli islamisti non facessero nulla, l’Europa cadrebbe nelle loro mani come una pera matura grazie alla semplice sostituzione etnica dovuta alla demografia e all’immigrazione. La storia delle conquiste islamiche dimostra infatti che anche una popolazione musulmana inferiore al 30%, ma agguerrita e motivata, è in grado di dominare politicamente una maggioranza ignava e sottomessa.

Purtroppo nelle condizioni attuali l’Europa occidentale non ha nessuna possibilità di evitare di essere sottomessa dall’islam entro la metà del secolo perché, come ricorda Hans-Hermann Hoppe, il socialismo statalista e il progressismo culturale che si sono affermati dopo il ’68 hanno debilitato l’Occidente dal punto di vista economico, culturale e demografico.

Assistenzialismo, fiscalismo, multiculturalismo e denatalità si legano insieme, e sono i tipici sintomi di tutte le civiltà in decadenza, come il tardo impero romano, che diventano facile preda dei barbari provenienti da fuori. Al contrario i suoi opposti – liberismo economico, conservatorismo culturale, alta natalità – sono le caratteristiche delle società produttive e in ascesa, come la Roma repubblicana, l’Inghilterra vittoriana o gli Stati Uniti dell’800.

Per rovesciare la situazione a proprio vantaggio e tornare a sperare, gli europei dovrebbero quindi ricreare le condizioni che hanno permesso il boom economico e demografico nei primi decenni del dopoguerra. Ci vorrebbe quindi un movimento di segno contrario rispetto al ‘68, una controrivoluzione economica e culturale che rigeneri negli europei quella mentalità ancora viva negli anni ’50 e ’60, che Murray N. Rothbard chiamava la “Gloriosa Vecchia Cultura”, cioè la tradizionale, severa e rigorosa etica borghese del lavoro e della responsabilità individuale, ostile a ogni forma di parassitismo. Il ritorno di questi vecchi standard rivitalizzerebbe anche l’economia, la cultura e la demografia dell’Europa, scongiurandone la morte.

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3 COMMENTS

  1. Ben detto Piombini, sei andato al cuore del problema: la decadenza culturale, sociale, etica.
    Il ’68 è stato una esplosione di nichilismo cristiano-socialista una psicosi collettiva contro la quale non abbiamo trovato alcun rimedio.
    Oggi è evidente a qualunque persona in possesso delle sue facoltà che ci stanno trascinando al suicidio di una civiltà, la nostra civiltà.

  2. Vorrei ricordare a Piombini che la politica di incentivazione della natalità non è stata quella degli Anni ’50 (che hanno continuato a fruire degli indirizzi d’anteguerra), bensí quella dei famigerati Anni ’30, quelli dell'”era fascista” (o nazionalsocialista che fosse). E’ vero – condivido – che il nostro disastro (come “Europa”) è venuto dal ’68: ma il ’68 è il figlio del ’45, o meglio: della sconfitta del sovranismo nazionalista europeo ad opera dell’internazionalismo globalista americano (cioè quello di Roosevelt). Il discorso sarebbe molto lungo, e richiederebbe l’uso di termini “politicamente scorretti”, ma il succo è questo.
    Ci hanno costretto a dimenticare chi siamo, ci hanno costretto a negare evidenze, ci hanno costretto a chiamare “disperati” degli invasori analfabeti criminali e a piangere su quelli che muoiono tentando di invaderci: invece di ricordarci che sarebbe non tanto nostro diritto, quanto nostro dovere sparare su chi vi invade. No: sono tutti “disperati”, che fuggono da guerre, fame etc.. Nessuno dice che questi “disperati” sono i figli & nipoti di coloro che hanno massacrarato a colpi di macete uomini, donne e bambini bianchi – i nostri “nonni” – perche l’Africa doveva essere dei “neri”. Ebbene: l’hanno avuta. Hanno voluto la bicicletta e hanno scoperto di non essere capaci di pedalarla (cosa che chiunque conoscesse i negri sapeva che sarebbe inevitabilmente avvenuta). E allora: adesso non vogliono piú solo l’Africa, adesso vogliono anche (e soprattutto) l’Europa. E noi siamo tanto dementi – e suicidi – da dargliela.
    O meglio: continuiamo a votare per coloro che – come nostri “rappresentanti” – hanno deciso di sacrificare noi, la nostra cultura, la nostra identità – e 2500 anni di storia – sull’altare della solidarietà “umana” per i “disperati”…l
    Vado a comperarmi una damigiana di cognac, per digerire (o dimenticare) questo schifo…

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