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Pessima scelta l’alleanza leghista col solito berlusconi

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BacioMorte2di GILBERTO ONETO

Finora Salvini le aveva fatte quasi tutte giuste: ciliegina sulla torta la liquidazione di Tosi. Certo si poteva risparmiare la copertina di Oggi e anche l’allargamento verso sud non è piaciuto agli indipendentisti, i più accorti dei quali l’hanno visto come una trovata strumentale e si sono messi ad aspettare come andrà a finire, profetizzando un flop. Adesso però qualcosa che ha molto di più che una somiglianza con una pirlata l’ha fatta: l’accordo con il Berlüsca per Veneto e Liguria.

Il cavaliere è stato inventato come politico per fregare la Lega e i suoi progetti: l’ha fatto nel 1994 e poi ancora nel 2000 con alleanze sciagurate che hanno fermato lo slancio indipendentista. Ha avviluppato la Lega in una bavosa matassa di interessi e connivenze, ha fatto finta di appoggiarne le riforme per sabotarle prima che fossero attuate. L’ha infiltrata di suoi amici che hanno inquinato e condizionato il maggiore movimento autonomista quasi riuscendo a trasformarlo in un carrozzone doroteo, cadregaro e dedito ai piccoli piaceri dei paciocchi di sottogoverno. Adesso che aveva ripreso a correre, che bisogno aveva la Lega di tornare ad accoppiarsi con un vecchio arnese afflosciato e sputtanato? Si spera in aiuti economici? Sbagliato: Berlusconi non finanzia, compera. Si spera in spazi mediatici? Sbagliato:  giornali e televisioni di famiglia hanno sempre maltrattato la Lega, gettato fango sull’indipendentismo e continueranno a farlo. Si spera nella forza dei numeri? Sbagliato: Forza Italia è in caduta libera. Si spera nella vittoria in Veneto? Sacrificio inutile: Zaia poteva vincere per conto suo e non è affatto certo che gli eredi di Galan possano portare più voti di quelli che ne fanno perdere. La Lega ha riacquistato slancio anche e soprattutto perché è tornata a correre da sola (Casa Pound e le altre sigle di destra sono solo moscerini appiccicati sul parabrezza): quanta gente tornerà ad astenersi, sprecherà il voto nella sgangherata galassia dei micropartiti microindipendentisti o – anche peggio – con la scighera grillina, che infatti i sondaggi danno di nuovo in crescita?  Zaia che vince le elezioni da solo (e avrebbe potuto farcela!) o in compagnia di gente presentabile avrebbe avuto i numeri per fare davvero riforme concrete; berlusconi salviniZaia che vince con Forza Itterizia avrà di nuovo mani e piedi legati. Hanno prevalso  i vecchi amori calderoliani, ha funzionato l’impiego furbastro di Tosi da parte del Cavaliere, sono stati tirati fuori vecchi ricatti? È più facile che abbia prevalso la paura di perdere, di non farcela. La stessa paura che ha spinto Maroni ad allearsi con la brodaglia tricolore in Lombardia. È meglio perdere alla grande ma avere consenso e costruire un progetto coerente che accettare compromessi degradanti che non producono nulla se non prebende e cadreghe, che fanno perdere altri anni preziosi, dopo i due decenni che la Lega ha gettato in sodalizi malsani e in accoppiamenti contro natura. Quello del nazionalismo italiano è un abbraccio letale, è il supplizio terribile che veniva inflitto legando strettamente il condannato faccia a faccia con un cadavere in decomposizione, è il bacio della morte.

Nell’insano accordo per salvare il Veneto è rientrata anche la candidatura forzitagliota in Liguria. Nessuno si è mai illuso che lì la Lega avesse qualche chance, ma da sola avrebbe raccolto un bel consenso, avrebbe costruito una bella carica di entusiasmo. Invece si trova a sostenere un pagnottone insipido che non vincerebbe neppure se fosse il solo concorrente. Non lo aiuta l’aspetto ma neanche il cognome. In quello strampalato museo delle cere che è il Pantheon degli eroi tricolori nel reparto dedicato agli psicopatici  ha un posto di assoluto rilievo  Enrico Toti. Contro i nemici – ci racconta l’agiografia patriottica – il Toti aveva lanciato la sua gruccia nell’ottimistica intenzione di fare morti e feriti. Anche questo Toti è azzoppato, e la sola stampella da lanciare è quella che gli fornisce la Lega. Un disastro. Non resta che sperare che in Veneto i numeri del Carroccio soverchino di molto quelli degli amici dell’anziano playboy, e che in Liguria prevalga il voto disgiunto. Che la stampella si trasformi in un boomerang.

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5 COMMENTS

  1. Mi sorprende Oneto, per il quale nutro profonda e autentica stima: veramente crede (o credeva) che Salvini fosse qualcosa di diverso dai suoi predecessori Maroni & Bossi? Si può capire tutto, ma questa mi sembra ingenuità allo stato puro.
    In ogni caso: il mio voto Salvini non lo può perdere, perché dopo tutti i tradimenti e le porcate della Lega sono tornato – comunque e definitivamente – a non votare. Nessuno è piú spregevole di chi risveglia speranze solo per poi sfruttarle a proprio (infimo) beneficio..

  2. Caro Oneto, chiara e limpida la sua attenta analisi, soprattutto sui ruiggenti anni ’90.

    Mi auguro in un sussulto degli indipendenti Veneti, che mandino aff….tutta questa accozzaglia di galantari e berluscari.

    Il dramma è che la vittoria di Zaia non ci darà mai il diritto all’autodeterminazione, ma neanche tosi, e manco salvini. Moriremo democristiani.

    Il Doge di Cantù.

  3. Questo articolo si dovrebbe intitolare il dito nella piaga. I dirigenti lega, come sempre, per paura di perdere imbarcano gente di ogni tipo. MAI, MAI che abbiano il coraggio di provarci, di dire, “dai che questa volta ci proviamo da soli per poi far qualcosa di veramente utile”. La dirigenza leghista ragiona sempre con una logica STITICA, prima vincere ad ogni costo, poi si vedrà, come andrà, andrà. In alcuni sondaggi che ho visto forza i-taglia viene data al 7% con Zaia al 45 e la moretti sotto il 30%: serve proprio quel 7%? Ha senso rinunciare ad un monocolore per quel 7%?

  4. Ma siamo sicuri che l’alleanza coi loschi figuri di Casa Pound sia solo strumentale? A me sembra, invece, che la Lega salviniana si sia convertita al nazionalismo italiano, e al nazionalismo della peggior specie. D’altra parte, la Lega ha sempre avuto un rapporto ambiguo con l’italianità, anche quando era liberale e liberista. Anche allora, i riferimenti al Risorgimento abbondavano. Ricordate il Rossi che concludeva i suoi interventi con un “Viva l’Italia”? Quanti italianisti doc hanno frequentato la Lega, persino negli anni gloriosi dell’indipendentismo. D’altra parte, cos’è il Va Pensiero? Lo stesso mito del Carroccio è paradossalmente di derivazione risorgimentale. Non parliamo dei continui riferimenti alle Cinque Giornate e allo stesso Cattaneo (su questo so di avere una posizione eretica). D’altronde (e purtroppo), in epoca romantica la rivendicazione di una distinta identità padana (e specialmente lombarda) è oggettivamente passata attraverso il nazionalismo italiano. Adesso, poi, la Lega sembra essersi convertita al peggior nazionalismo italiota, quello xenofobo e convinto di una presunta superiorità italica.

  5. Giusto quanto dice Oneto, mai con gente che fa finta di essere amica ma alle spalle lavora per impedire la nostra libertà e
    la nostra autonomia!!!

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