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Plebiscito.eu: tanto fumo, poco arrosto e puzza di bruciato

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treviso2132014-6di LEOPARDO FOTTO

Scade sempre più nel ridicolo, ma anche nel torbido, la vicenda del fantomatico Plebiscito.eu, degli inesistenti due milioni e duecentomila voti (che gli stessi flussi elettronici definirono a suo tempo improbabili), dei dati che sarebbero – perennemente – da “certificare” da un qualche commissario straniero.

Ormai, il suo leader è in balia di una crisi di nervi e ripropone, contro chi non lo spalleggia, la solita strategia che porta avanti da anni, sin dai tempi di Veneto Stato (con la cui dirigenza di allora perse anche una causa per il simbolo): insultare chi mette a nudo i suoi magheggi. Era già capitato anche quando spalleggiò un fantomatico sito (gaxetaveneta) in cui venne ingiuriato Luca Zaia (vedi qui), nella cui rete rimase intrappolato Raffaele Serafini, già collaboratore strettissimo di Busato in Plebiscito.eu, ma che da giorni ne ha preso le distanze (vedi qui), rendendo pubblici sul suo profilo fatti di vario genere. Proprio Serafini ha scritto ad un nostro collega: “So caso de difamasion Zaia xera lu la fonte, mi so solo sta la vitima ca ga patio secoestri denuncie e condane. Mi so inocente, go solo festo l’eror de credarghe e de fidarme. Ma deso el ga pasà tute le bariere moràl. El xe veramente imoràl”.

plebiscito 2013Domenica scorsa a Montegrotto, dopo l’ultimo, picaresco colpo di scena di Gianluca Busato – sempre pronto a lanciare nuovi, improbabili obbiettivi di una “inesistente, autoproclamata, Repubblica Veneta” – il fumo s’è diradato ancor di più e la consultazione digitale dello scorso marzo (che doveva essere svolta l’anno prima, se ricordate bene) appare evidentemente essere un “arrosto” riuscito malissimo. Solo qualche giorno fa, uno dei collaboratori internazionali del “burattinaio veneto” ha fatto recapitare una lettera-mail ad un nostro giornalista in cui si legge in testa: “Relazione per richiesta indagini su attività di Gianluca Busato”. Ci sono parecchi spunti che meritano attenzione. Eccone alcuni, così come sono stati scritti:

1- “Raffaele Serafini, uno dei Dieci Delegati eletti , circola una mail a tutti i responsabili di plebiscito, dove denuncia che Busato sta monopolizzando e personalizzando il movimento, ha accentrato tutto il potere su di sé, si è auto-assegnato troppe cariche, fa operazione finanziarie non discusse con gli altri delegati e che risultano poco chiare con multifinanziarie internazionali, tutti i soldi di Plebisicito sembrano finire sul suo conto, chiede a membri dei Dieci e volontari di firmare “patti segreti”. Conclude con richiesta di sfiducia dei Dieci a Busato”.

Gianluca Busato2- “Nei giorni successivi, apprendo di una serie di sospensioni, tra cui la mia come consulente per le relazioni estere di plebiscito,  quella di […], che era stato tesoriere di Busato per anni, Lodovico Pizzati, membro dei Dieci  e con lui co-fondatore di Indipendenza Veneta e poi dello stesso Plebiscito, Gianluca Panto, anche lui amico stretto di Busato da molti anni e co-fondatore con lui di vari partiti indipendentisti”.

3- “Mi sento via Skype con Lodovico Pizzati, che vive in California, e che mi riferisce che Busato è stato intrappolato in un giro di investimenti ad altissimo rischio in Lussemburgo”.

4- “Lo stesso giorno mi sento in Skype anche con Gianluca Panto, che mi conferma le stesse preoccupazioni di Pizzati”.

Pizzati, Panto, Serafini, Della Valle tutti stretti, e sinceri, fiancheggiatori di Plebiscito.eu finiti “in disgrazia” per colpe loro? Improbabile. 

Ancora, tra le molte affermazioni interessanti della missiva di cui sopra, si legge anche dei “bond veneti”, che tante perplessità hanno sollevato tra gli osservatori e non, soprattutto per il fatto che venivano pubblicizzati e venduti con rendimenti  assurdi (ancora oggi sul sito di Plebiscito.eu, vedi qui). In merito a questa faccenda, compare anche il nome di un “consulente finanziario” (il cui nome e cognome è già di pubblico dominio in alcuni gruppi veneti su Facebook), che ha destato lo stupore di tutti i dirigenti (ex) di Plebiscito. Si legge nella lettera-mail a tal proposito: “Fine aprile (da testimonianza e corrispondenza dell’avv. Arman): Busato chiede parere all’avv. Andrea Arman sull’emissione di “Bonds veneti” per finanziare raccolta fondi per movimento plebiscito.eu. L’avv. Arman da parere contrario. Solo possibili come premi-donazioni per ragioni di merito ma è illegale “venderli” alla gente in sito con promessa di “rendimento” 90% dopo l’Indipendenza Repubblica Veneta. Maggio: contrariamente alle sue raccomandazioni, Busato proclama in FB l’inaugurazione di un Ministero del Tesoro e i “bonds” sono messi in “vendita” su sito plebiscito…”. Perché Busato non ha ascoltato il rispettabilissimo parere offertogli?

Non solo, ci sono anche “patti segreti”, già denunciati da Serafini e mostrati con fotografie sul suo profilo Facebook (vedi qui), che riaffiorano in questa lettera-denuncia: “In quei giorni mi chiama in Skype anche […] che mi svela tutti sono preoccupati e conferma storia dei patti “segreti” e che lui si è rifiutato di firmare”.

C’è di più nel lungo e dettagliato documento citato. Vale però la pena ricordare, ad ogni buon conto, che dopo il bailamme sopra esposto, arrivò una lettera pesantissima di Rocchetta, Arman e Della Valle in merito a quel che di poco chiaro stava accadendo attorno al “factotum” di Plebiscito (vedi qui la lettera). Solo ieri, inoltre, Giovanni Della Valle, commentando una discussione in un gruppo venetista su Facebook, al quale è iscritto, ha dichiarato:L’ho saputo anch’io, Tony. E’ una cosa allucinante. Sono particolarmente disgustato per l’aspetto etico della cosa. Ma come? Noi stiamo facendo una rivoluzione contro il Nuovo Ordine Mondiale voluto da banche, multinazionali, gente del gruppo Bilderberg e Rotshild vari e Giane (Busato, nda) si marchio_registratoè permesso di prenderci tutti in giro e di affidarsi a questa gente senza chiedere il permesso di nessuno, e soprattutto dei suoi volontari che ci hanno messo passione, tempo e pure soldi? E adesso salta fuori che non ha neanche i numeri del referendum che ha dichiarato in marzo? Ma stiamo scherzando? E questo qui voleva essere il presidente ella Repubblica Veneta? Capisco che il Veneto con i suoi 140 miliardi di euro di PIL faccia gola a molti ma sono i VENETI che devono decidere del suo futuro, non dei finanzieri internazionali. E poi si è arrabbiato con me perché gli ho dato del matto in pubblico? Anche troppo buono sono stato. Ai PIOMBI l’avrebbero mandato i nostri Serenissimi antenati. Questo è alto tradimento ai danni della Repubblica, di San Marco a e del suo Popolo!”. 

Come nulla fosse, Busato – nel frattempo – ha cominciato a palesare pubblicamente la sua intenzione di partecipare attivamente alla politica (mostrandosi del tutto disinteressato a coalizzarsi in una lista unica), nella fattispecie alle elezioni regionali del 2015. Non è un caso, del resto, la nascita illo tempore di “VenetoSì” – che Busato finge si tratti di un partito politico terzo, che Plebiscito.eu avrebbe intenzione di appoggiare, a sua detta -, ma che in realtà altro non è che l’ennesima creatura spuntata dal suo cilindro, come da documentazione relativa alla registrazione del marchio riportata qui a fianco. (vedi foto).

Infine, ci sono voci che sostengono che della questione, soprattutto per quel che concerne le vicende economiche, dovrebbe occuparsi anche la Giustizia. Aldilà di questo aspetto, ciò che sta emergendo con nettezza preoccupante ha, invece, chiare conseguenze politiche. Intanto, perché il buon nome e le ragioni dell’indipendentismo veneto non possono finire per essere accomunate a iniziative poco edificanti e irrealistiche. Poi, perché l’idea di un progetto costituzionale (leggasi libro bianco ad esempio) ha notevole valenza, ed ha impegnato (e/o impegna) persone che ci credono davvero. Infine, perché chi ha volontariamente prestato il proprio tempo e le proprie risorse per una causa nobilissima, non merita di essere maldestramente buggerato. 

Di plebisciti farsa, come ci racconta oggi su queste pagine Ettore Beggiato, il Veneto ne ha già, disgraziatamente, conosciuto uno nel lontano 19 ottobre del 1866!

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6 COMMENTS

  1. Far sentire anche l’altra campana no? Cos’ è diventato questo giornale la gogna pubblica attraverso la quale far passare gli unici indipendentisti che, finora, sono riusciti a combinare qualcosa di più concreto che la promessa di qualche politico?
    Aspettiamo la certificazione dei voti, che non spetta a Busato, ma a un comitato di persone terze. Sentiamo tutte le campane e poi, solo alla fine, tiriamo le somme e giudichiamo.

    • Busato faccia le sue controindicazioni e noi non ci terremo indietro. Ma dati alla mano, non solo parole. Sulla certificazione ormai mettiamo il cuore in pace, non esiste

  2. Nessun partito o movimento venetista deve spingere le proprie iniziative politiche oltre la normale comprensione degli iscritti in nome dei quali dichiara di prendere le decisioni medesime.
    Passare da una dittatura mondialista italiana, ad una veneta, non è l’aspirazione del nostro popolo.
    Il buon articolo tradotto dall’ottimo Luca Fusari oggi : – “STATI UNITI: MONETIZZARE IL DEBITO FEDERALE IMPLICA UNA MAGGIORE TASSAZIONE” di ANDREW P. NAPOLITANO, indica chiaramente quale sarebbe il destino del Veneto se avesse a rimanere sotto il controllo di questi Enti internazionali.
    FMI, NATO, ONU, FEDERAL RESERVE, €uropa, €uro, … ecc. ecc. sono tutti impedimenti alla libertà dell’individuo ed Enti forieri di schiavitù.
    Ecco perché sostengo il pressante e costante invito di Enzo Trentin a “stabilire per tempo” gli “obiettivi” e “regolamenti” entro i quali si dovrà “muovere” il nuovo Stato, in modo che chiunque possa rendersi conto, sbarcando dall’Italia, in quale nuova Imbarcazione sta per imbarcarsi.
    Non basta dire: “Noi siamo onesti”; lo dicono tutti e, di tempo in tempo si va di male in peggio.
    Andrew P. Napolitano denuncia come le guerre che che da cento anni l’America conduce a turno contro tutti i popoli del mondo inducano miseria e schiavitù prima di tutti negli americani che dovrebbero essere i beneficiari di queste azioni; ammesso che sia accettabile procurare il proprio bene a danno di quello degli altri.
    A guadagnarci sono solo le banche che, a questo ritmo, finiranno per schiavizzare l’intero genere umano.

    Scriveva ieri Trentin:
    “il diritto a richiedere un referendum (“Volksbefragung”) o a prendere parte in esso appartiene a quei cittadini che hanno diritto di voto sulle materie cantonali e che hanno il loro luogo di residenza in un Comune situato all’interno dell’area in cui il referendum è effettuato […]“. Questa formula definì il popolo del Jura, con il suo diritto all’autodeterminazione, non come comunità etnica o “ethnos“, come sostenevano alcuni separatisti, ma come cittadini di uno Stato “democratico”. I princìpi fondamentali dell’autodeterminazione nazionale nel contesto di una votazione popolare sulla separazione del Jura da Berna, furono sintetizzati nella domanda: «A chi appartiene il popolo del Jura?».
    Analogamente potremmo parafrasare: «A chi appartiene il popolo veneto, lombardo, sardo, siciliano, sud tirolese, etc.?»

    L’Italia ha mancato nei nostri confronti perché non ha concesso il Referendum, non perché noi veneti si sia, come siamo, comunità etnica diversa, ma perché uno stato democratico questo deve promuovere, la più ampia libertà a richiesta dei suoi cittadini, se è veramente democratico, invece i governanti italiani preferiscono interpretare in senso restrittivo: – “I popoli veneto, lombardo, siciliano, sud tirolese sono nostri e ce li gestiamo noi a seconda dei nostri interessi e di quanto ci offrono i banchieri internazionali.

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