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Pontida 2015, salvini si svegli dall’ipnosi tricolore

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GRIMAdi GILBERTO ONETO

Il primo segnale di preoccupazione lo danno i resoconti di Pontida che hanno fatto i giornali di regime: tanta gente, tanta concordia, un abbraccio fra Nord e Sud, poco folklore, una meraviglia insomma.  Se va bene a loro, qualcosa non quadra. Il pratone era pieno, c’era tanto entusiasmo e – soprattutto – aspettativa, ma il discorso di Salvini è stato “normale”, tranquillo, quasi democristiano. Il freno era evidentemente tirato, non è stato lanciato nessun progetto, non è stata fatta la solita flebo di entusiasmo, il messaggio era sciapo e la gente se ne è andata un po’ abbacchiata. É stato come se Salvini avesse preso una lunga rincorsa per fare un robusto salto in avanti ma che una serie di fatti sopraggiunti lo abbiano costretto a una frenata accartocciando il terreno come in certi cartoni animati. Tutti si aspettavano – e temevano – una svolta “nazionale”, la consacrazione di un partitone di destra italianissimo e omnibus.

Invece cosa è successo? Un  po’ di cose. Il risultato elettorale a Sud è stato per lo meno deludente: in Puglia percentuali da Partito Umanista. Il neonato Partito Repubblicano di Reguzzoni-DiGirolamo è già morto ma la sua comparsa dà la chiara idea di quello che si sta muovendo a destra per riempire un vuoto che la Lega si illude di riempire, soprattutto in Meridione. Si inventeranno qualsiasi schifezza berlusconian-patriottica. Terra Insubre ha fatto un bel convegno in cui si è ribadito – anche da parte di autorevoli esponenti leghisti – l’indissolubile legame della Padania con la Mitteleuropa e il mondo germanico e – di conseguenza – lo scarso appeal delle critiche all’Euro merkeliano e la consapevolezza che il problema sia l’Italia e non la moneta unica. Bossi se ne è uscito con una serie di dichiarazioni dure ma estremamente efficaci sul destino “nazionale” del partito. A Pontida la cosa è stata ribadita da un Calderoli ringaluzzito e dal giovane Crippa, pure salviniano di ferro. Sul pratone non c’è stato l’abbraccio fra padani e meridionali che tanti giornali hanno glorificato: i poster sulla “nuova unità d’Italia” erano sovrastati da striscioni inneggianti alla secessione. I “nuovi leghisti” erano tutti sotto il palco, dove sono arrivati sgomitando, secondo le loro migliori abitudini.

PONTIDA2015Tutto questo sembra avere consigliato a Salvini prudenza: non ha detto nulla di significativo né di dirompente, è stato pacato, quasi doroteo. La sola concessione alla rudezza è stata l’inusitato aumento di decibel, una novità nelle sue abitudini oratorie che deve avere mutuato dall’urlazionismo bellottiano. Ha parlato di ruspe (da usare – forse intimorito dall’intervento a gamba tesa di Bergoglio – contro Renzi più che contro gli strolighi), di esodati, di famiglia, di tasse. Non ha parlato di indipendenza e neppure di secessione ma neanche di “partito nazionale”. Si è lanciato in una patriottica citazione delle foibe (come, in passato, dei marò) che è, assieme alla elencazione di stravaganti riferimenti culturali, il risultato di una operazione di “avviluppo” di ragnatele nuovodestriste, di condizionamenti – non proprio edificanti – che Salvini sembra stia subendo da parte di una serie di pifferai nazionalisti e meridionali.  Chi si è inventato e teorizza una sovrapposizione fra Lega e Destra, fa sovente riferimento alla mitologia del Signore degli Anelli. Ebbene, oggi Salvini è come Théoden Ednew, re di  Rohan, vittima delle macchinazioni di Grima Vermilinguo che cerca di condizionarne le scelte e stroncarne ogni energia. Oggi è circondato da sirene che – come Vermilinguo – cercano di fargli credere di essere altro, che la Lega sia una costola della Nuova Destra (troppe costole…), che l’Italia si possa salvare solo tutta assieme, che serva un partito nazionale, che il Meridione sia ansioso di cambiamento e di riforme. La destra patriottica non costituisce una delle componenti positive della guerra contro Mordor, ma  è un sodalizio di  orchetti. Mordor non è solo l’Europa e il mondialismo, ma anche l’Islam (che tanto piace a certi intellettuali italianissimi) e soprattutto Roma. Senza Roma l’Euro non sarebbe un problema e l’immigrazione sarebbe più facilmente gestibile. Non si può salvare l’Italia o risolverne tutti assieme i problemi perché il problema è l’Italia.

Se per ragioni di numeri, serve allearsi con i Meridionali per bene, questi si organizzino in un partito per bene che abbia un congruo numero di caratteri comuni con la Lega: la lotta all’immigrazione, all’Europa e alla corruzione vanno bene, ma servono anche federalismo autonomia e autodeterminazione. Si facciano un partito italianista, anche un partito nazionalista italiano, ma statuiscano con chiarezza che l’Italia finisce sulla Linea Gotica e sul Fosso del Chiarone.

Salvini si svegli dall’ipnosi tricolore, si liberi dalle ragnatele dei Vermilinguo italianissimi, dei Talebani all’amatriciana, di sovranisti  forzanovisti e amici vari di Borghezio, non si faccia influenzare dall’intelligente e intrigante autoreferenzialità di Giafar Buttafuoco, lasci perdere i patriottici consigli del finiano Valditara, chiarisca bene la posizione del partito, ribadisca con chiarezza e senza ipocrisie che l’obiettivo è l’indipendenza, che non ci sono alternative al distacco dall’Italia. Per qualche voto peloso a Sud rischia di perdere milioni di consensi indipendentisti in Padania, rinuncia a cercare di recuperare il consenso di quella metà di padani che non va più a votare, ma che non voterà mai per un clone della Destra tricolore e pelasgica. Dovendo scegliere fra tognitti e terroni, i padani (non solo leghisti) non hanno dubbi.

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10 COMMENTS

  1. Mi associo a chi chiede chiarezza più chiarezza, come ben sappiamo sulla lega ci sono opinioni molto diverse e contrapposte, però a torto o a ragione rimane l’unico movimento (ancora nordista?) con un notevole peso elettorale.
    Gilberto, organizziamo attraverso il Miglio Verde una CONVENTION DI AUTONOMISTI-INDIPENDENTISTI che abbia un solo ed unico scopo FARE CHIAREZZA costringendo la lega finalmente a uscire dall’equivoco.
    E’ di questi giorni la stipula del nuovo patto politico con il Berlusca, e dopo?

  2. Gilberto, io ho una stima infinita nei tuoi confronti.Dopo aver letto una valanga di tuoi libri negli ultimi anni, sentirti spessissimo su radio padania e quando posso seguirti nei convegni dove sei ospite, credo che il tuo messaggio mi abbia come folgorato. Se una persona di bassa cultura come me ha ormai da tempo capito il tuo vangelo, non credi invece che nella dirigenza leghista se ne freghino( per non dire di peggio ) di quello che da anni gli suggerisci?Questi, nella stragrande maggioranza sono dei furboni approfittatori di tanti ingenui leghisti che non chiedono altro che una guida sicura e affidabile sulla via dell’indipendenza.
    P.S. venerdì su radio padania, parlavi della lega come di una grossa nave vicino alla quale si aggiravano tanti battelli indipendentisti!. Io credo che questa nave sia da anni incagliata nei bassifondi e che questo porti anche le scialuppe indipendentiste ad affondare.
    NON SI POTREBBE ORGANIZZARE UNA CONVENTION DOVE SIANO PRESENTI TUTTI I PARTITI INDIPENDENTISTI. SPACCHIAMOCI PURE LE OSSA, MA SI ESCA DA LI CON UNA LINEA UNITARIA.
    MORIRE DEVO MORIRE, MA PER FAVORE NON ITAGLIANO.

  3. Qualcuno non ha ancora capito che alla lega non è un partito indipendentista ma federalista e autonomista italiano che per alcuni anni ha minacciato la secessione per ottenere qualcosa.fa credere che lo sia per accaparrarsi i voti di area indipendentista,come il pd che viene votato dall ex democristaiano dall ex comunista dall ex socialista etc…. Gli indipendentisti si devono sporcare le mani e buttarsi nella mischia,se aspettiamo il popolo per fare le rivoluzioni stiamo freschi…

  4. Diventa sempre più difficile comprendere, cosa vuole Salvini dove vuole andare?
    Come si può fare una campagna elettorale senza una parola su federalismo e autodeterminazione, cosa significa utilizzare sempre e solo il tema della lotta ai rom e ai loro campi, ok può essere utile elettoralmente, ma cosi si distrugge l’identità di un movimento che aveva fatto della liberazione della Padania il suo cavallo di battaglia.
    Snaturata in questo modo, cosa resta della lega di 20 anni fa nulla, mentre i problemi della Padania sono esplosi.
    Io credo che Salvini non possa continuare a lungo su questa strada, fatta di nazionalismo e strizzate d’occhio a casa pound e alla Meloni senza che la parte più sana dell’indipendentismo Padano si ribelli.
    Le parole di Bossi a Pontida sono illuminanti.
    PADANIA LIBERA!

  5. L’inizio dell’articolo introduce un tema molto importante, l’appoggio che stampa e tv stanno dando a Salvini, appoggio che non si misura solo nell’enorme numero di articoli e di apparizioni in trasmissioni varie, ormai credo gli manchi solo Radio Maria, né si ferma ai giudizi positivi sulla manifestazione di domenica, ma si esplica anche in forme ben più subdole come l’oscuramento di Tosi. Non che io rimpianga Tosi, ma è evidente che nei tempi passati chiunque uscisse dalla Lega veniva portato in trionfo dalla stampa i-tagliana, gli davano spazio ed attenzioni, lo cullavano come un bimbo fino alle prime elezioni utili con la speranza che facesse più danni possibili, invece il povero Flavio è stato letteralmente oscurato, dimenticato, abbandonato a sè stesso. Evidentemente c’è un perchè, evidentemente gatta ci cova…

  6. Bene Oneto, noi leghisti che votiamo Lega e continueremo a votarla lo facciamo perchè vogliamo
    l’indipendenza, quindi Salvini deve cercare quello e basta, così lo vogliamo!!!

  7. In effetti le svolte repentine di Salvini ultimamente danno da pensare. E si che alla Lega continuiamo a voler bene , ma la sensazione è che ci stiamo allontanando dall’obbiettivo principale , quello che poco meno di vent’anni fa sembrava essere a portata di mano .
    Mi dispiace , ma alle regionali di quest’anno , dopo più di vent’anni di voto alla Lega il mio voto è andato ad Alessio Morosin , uno che in Lega dovrebbero cominciar ad ascoltare con attenzione .
    Cordiali saluti da Aldo

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