di REDAZIONE
Finanziamenti generosi e veloci agli “amici degli amici”, magari sospettati di riciclaggio ma pronti a versare ogni tanto una tangente - e tassi da usura da praticare ai semplici correntisti.
Esplode lo scandalo di Bpm e rivela una banca sull’orlo del baratro: divisa tra il potere dell’ex presidente e attuale presidente di Impregilo, Massimo Ponzellini, da ieri agli arresti domiciliari, e quello dei sindacati: il primo, in cambio degli affari suoi e dei suoi sodali, con complici di peso inseriti ai più alti livelli istituzionali, come l’onorevole del Pdl Marco Milanese, ex braccio destro del ministro Tremonti e già inquisito dalla procura di Napoli; i secondi dediti a carriere fulminanti e per questo pronti a chiudere un occhio, meglio due, «a discapito dei profili tecnici dell’operatività».
Secondo le accuse, Ponzellini, cui viene contestato il reato di associazione per delinquere, corruzione e ostacolo agli organi di vigilanza, aveva trasformato Bpm
Comments are closed.