di LUIGI FRESSOIA*
In questi anni abbiamo commesso un errore. Quando elenchiamo i poteri forti che impediscono ogni riforma liberale, diciamo bene elencando confindustriali adusi ad intercettare denaro pubblico (succhiare risorse anziché produrle), banche e utilities che rifiutano vera concorrenza, magistratura autocratica e politica, sindacati, burocrazie centrali e periferiche, università e mass media, tutti adusi a sollecitare leggi ad personam (ad gruppum) e spesa pubblica. Però abbiamo lasciato in ombra la centrale conservatrice più forte e ostinata, che supera tutte le altre. Tale è la classe che vive di politica, fatta di parlamentari, consiglieri regionali e dell’immensa schiera di nominati e incaricati - dalla politica - ai posti buoni delle authority, delle aziende e agenzie, degli enti sparsi in tutto lo stivale.
Hic sunt leones, questo è il nodo gordiano del declino italiano. Non fatevi vincere dal luogo comune marxista che vuole sempre l’economia quale caus
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