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Processo mills prescritto, il cavalier pequeno puo’ sognare

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di GIANLUCA MARCHI

Silvio Berlusconi l’ha sfangata anche stavolta. Nel processo Mills il reato di corruzione è stato prescritto e il Tribunale di Milano si è fermato lì, senza esprimere una condanna o un’assoluzione.  Non vogliamo qui addentrarci nella diatriba giudiziaria sul valore di questo processo. D’altro canto la partita in atto era chiaro: il pm voleva pronunciare una sentenza e la difesa del Cavaliere, trincerandosi appunto dietro la prescrizione imminente, fortissimamente volevano che quella sentenza non venisse emessa. Perché? E’ fin troppo facile intuirlo: anche se poi il reato sarebbe stato prescritto, Silvio Berlusconi non voleva essere un condanna, anche se in primo grado. Ciò avrebbe significato che il Cavalier Pequeno – come viene soprannominato in alcuni Paesi esteri di lingua spagnola –  riporre nel cassetto ogni sogno di gloria per il finale della sua carriera politica. Anche se lo ha sempre negato, uno come lui che si ritiene una sorta di superuomo in terra avrebbe voluto concludere la parabola (sempre che non custodisca in segreto l’elisir per vivere fino a 120 anni) terrena con l’ascesa al soglio più alto per un laico italiano, quello di presidente della Repubblica. Ma lo vedete voi un Paese come questo, sgangherato e in crisi profonda  come tutti sappiamo, che tuttavia sta cercando di uscire dalla scomoda posizione di zimbello mondiale,  che eleva al Quirinale colui che è stato, nel bene e nel male, il principale (anche se non l’unico) responsabile della deriva italica identificata con la Seconda Repubblica? In Germania, per molto meno, un presidente della Repubblica ha dovuto prendere le sue carabattole e, in fretta e furia, lasciare la poltrona. Adesso, senza una vera condanna alle spalle, il Berlusca può ancora sperarci. In altri Paesi no, non gli sarebbe stato consentito. Ma nel Bel Paese tutto è possibile.

Anche se ha sempre negato questa sua aspirazione – ma l’uomo penso sia sempre stato un campione nel dire all’opinione pubblica esattamente il contrario di ciò che intimamente pensava -, resto convinto che il Cainano continua a sperare nel Quirinale. Un po’ perché, da uomo tenace e caparbio, dopo la mesta uscita di scena come governante che ha fallito la sua missione, nel suo intimo spera in una riabilitazione: e siccome non stava più né in cielo né in terra che il recupero potesse avvenire ricandidandosi a premier, ecco che il Quirinale può essere per lui il giusto risarcimento. E poi, diciamocela tutta, un bel settennato al Colle sarebbe anche la pietra tombale di tutti gli altri guai giudiziari che lo assillano. Peccato solo che la scadenza di Napolitano è programmata per il 2013, un traguardo verso il quale il cammino resta cosparso di qualche insidia. Ma intanto uno è tramontata.

Berlusconi ci sta lavorando a quell’obiettivo. Il suo sostegno al governo Monti e l’apertura che aveva concesso ai suoi colonnelli per trattare con Pd e Terzo Polo la questione della legge elettorale e delle riforme istituzionali, ha segnato quasi d’incanto la fine di quella sorta di “guerra civile” che per circa tre anni era infuriata in Parlamento. Voleva qualificarsi come “statista” non più impegnato a esacerbare gli animi e a lavorarsi  gli avversari. Avete notato, per esempio, che ormai da diverso tempo non va più all’attacco dell’odiato Gianfranco Fini e men che meno gli esce di bocca l’amato termine “comunisti” per timbrare a vita i nemici della sinistra.

Insomma, anche se ai più sembra una cosa dell’altro mondo, i sogni di gloria di Berlusconi Silvio, nato a Milano il 29 settembre 1936, uomo politico e imprenditore italiano, oggi 25 febbraio 2012 non si sono ancora infranti proprio a Milano.

PS. Avevo perso per strada un passaggio e un lettore me l’ha rammentato. E la Lega? Beh, sbaglierò, ma  il Cainano che continua a guardare al Colle ha una voglia impellente di dire a Bossi e compagni: quando mi siete serviti vi ho usato, adesso andate a quel paese…

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5 COMMENTS

  1. Terribile l’immagine che avete usato (non è una crtica) sembra davvero Salò, la fine di un’epoca, di un mondo. E questa sentenza peggiora le cose perchè ridà fiato a una pletora di berluschizzati vogliosi di rivincite che finiranno per caricare Beralusconi negativamente. L’illusione della rivalsa è terrificantemente pericolosa…mentre come ha detto giustamente werner la fine della Lega ha subito una accellerazione, perchè comunque vada mica può tornare indietro e nemmeno andare avanti….vedremo ancora contorcimenti e poi la fine.

  2. Nonostante il gioco delle parti, era già tutto deciso con i soliti italioti accordi sottobanco.
    Qualcuno crede davvero che il finto padano di arcore, dopo essersi parato il didietro per anni, avrebbe lasciato il posto a monti senza avere prima garanzie su questa sentenza?
    Nello stesso tempo, i giudici non lo hanno assolto con la formula che sarebbe stata migliore per il signor B. perchè a tutto comunque c’è un limite…
    Che schifo, ragaz,

    Ducato di Modena

  3. Di un qualsiasi processo a B. non mi sarebbe importato assolutamente niente con una giustizia presso a poco normale.
    Mi sono schifato di questi processi perchè, per la prima volta, la cosiddetta giustizia , pur inventando logiche da quattro soldi, non ha potuto togliersi dai piedi chi “dava fastidio”.
    Come è sempre successo in casi precedenti.

  4. Ottima analisi: ci aggiungerei che questo è un passo ulteriore verso la fine politica e storica della Lega….Adesso davvero il Petisso non ha più bisogno dei suoi fiancheggiatori…compreso il dentista….

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