di REDAZIONE
Grazie alle tardive trovate della Consulta e all’affettuoso incontro fra Berlusconi e Renzi, in questi giorni non si parla che di legge elettorale. Tutti parlano e pongono paletti ma in realtà nessuno ha prodotto alcun documento. La sola cosa che circola è un pateracchio denominato con scarsa prudenza “Italicum”, un nome pericoloso e sfigato, che ricorda sia itala radice che un treno sinistro.
Finirà male.
Proviamo qui a riprendere alcune idee già pubblicate su “L’Indipendenza” e a farne una proposta liberale e autonomista.
Gli obiettivi di una legge elettorale per le elezioni politiche statali dovrebbero essere i seguenti:
1) Consentire la più libera espressione della volontà popolare nella scelta dei partiti e degli eletti;
2) Dare visibilità al dissenso;
3) Differenziare la Camera dal Senato e spezzare il circolo vizioso del bicameralismo perfetto;
4) Riconoscere l’autonomia e il valore della contribuzione al bene comune
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