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Quei lunatici antistatalisti

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di MATTEO CORSINI

Suppongo di non destare stupore citando la seguente affermazione di Joseph Stiglitz, a cui fu assegnato (sciaguratamente, a mio parere) il premio Nobel per l’economia nel 2001: “Oggi, eccetto una frangia di lunatici, la questione non è se debba esserci l’intervento dello Stato, ma come e dove lo Stato dovrebbe agire prendendo in considerazione le imperfezioni del mercato”.

Il punto di vista di Stiglitz è piuttosto diffuso, ancorché viziato da una contraddizione insanabile. In sostanza, lui e tanti altri ritengono che il mercato sia malfunzionante per via del comportamento irrazionale degli individui, quindi si discosti dai modelli neoclassici. Ne consegue che lo Stato debba intervenire per correggere le “imperfezioni”.

Indubbiamente gli individui non si comportano nella realtà come è previsto nei modelli neoclassici, ma ciò non significa che siano irrazionali. Spesso è considerato irrazionale un comportamento che si discosta da quello dell’automa previsto nei modelli, che non considerano (né potrebbero) i punti di vista soggettivi e mutabili che ogni individuo ha in merito a ciò che ritiene utile per se stesso.

Tra coloro che Stiglitz considera “lunatici” vi è anche chi, come gli economisti di scuola austriaca, ritengono che il mercato svolga la funzione essenziale di raccogliere l’informazione diffusa tra i partecipanti (ognuno dei quali ne ha solo una parte a disposizione) e sintetizzarla nei prezzi. Secondo Stiglitz, essendo irrazionali gli individui ed essendoci asimmetrie informative, quei prezzi andrebbero corretti. La contraddizione insanabile consiste nel fatto che solo un soggetto onnisciente potrebbe sostituire la funzione del mercato. Ma non esistono esseri umani onniscienti, men che meno tra ministri e burocrati.

Quindi, pur prescindendo dalla non certo trascurabile questione della compressione della libertà contrattuale (e non solo), il meccanismo di mercato consente di sintetizzare molta più informazione di quanta ne possano disporre coloro che lo vorrebbero “correggere”. Stiglitz incluso.

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