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Quote latte: la ue ci bastona. tutta colpa di bossi

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di REDAZIONE

La Commissione europea ha aperto nei confronti dell’Italia una procedura di indagine formale in linea con la normativa europea sugli aiuti di stato, invitandola a fornire qualsiasi informazione utile, in relazione alla proroga di sei mesi, ossia al 30 giugno 2011, del pagamento della rata delle multe sul latte in scadenza al 31 dicembre 2010. L’Italia ha un mese, dal giorno in cui ha ricevuto la lettera della Commissione Ue, per inviare a Bruxelles le osservazioni richieste.

Questa evoluzione era del tutto prevista. E con tutta probabilità si concluderà con una multa comminata all’Italia che così dovrà pagare altri soldi alla UE (la quale, per inciso, non è che aspetta di farseli dare i quattrini, li trattiene direttamente da altre partite), dopo che per l’incredibile vicenda delle quote latte tutti noi contribuenti abbiamo già versato alle casse di Bruxelles la bellezza di 4 miliardi e 407 milioni. Avete letto giusto, quasi 9 mila miliardi delle vecchie lire. E sapete chi pretese quella proroga di sei mesi arrivando a minacciare di far cadere il governo Berlusconi? Umberto Bossi in persona, per salvare ancora una volta gli allevatori amici sui e splafonatori incalliti, neanche mille produttori su un totale di circa 40 mila in tutto il Paese. Se arriverà una nuova multa dovremmo farla pagare a lui…

Ma per raccontarla tutta, ci sarebbe anche da ridere. Perché la proroga in questione fu pretesa dalla Lega a babbo morto. Cioè fu inserita nel decreto milleproroghe approvato solo a febbraio 2011 quando gran parte, oltre il 70% degli allevatori multati, avevano già pagato la multa in scadenza il 31 dicembre 2010. Perché, allora, questo grande accanimento bossiano a volere una proroga dei termini quando gli interessati, cioè gli allevatori che avevano aderito alla rateizzazione delle multe avevano già pagato? Nella sostanza per prolungare una sorta di moratoria a favore dei produttori di latte duri e puri, circa 600, che non hanno mai preso in considerazione la possibilità di mettersi in regola. I leghisti, pasticciando come spesso a loro capita, con la proroga pensavano di salvare questo drappello di allevatori, che invece nelle settimane successive hanno cominciato a ricevere le cartelle esecutive di Equitalia per la riscossione delle multe in quanto loro non avevano mai rateizzato, quindi non avevano alcuna rata da posticipare. Da qui le nuove proteste scoppiate in primavera fino ad arrivare al commissariamento del leghista Dario Fruscio dalla presidenza di Agea, l’ente pubblico deputato a incassare le multe, uomo non più gradito a Bossi e agli splafonatori duri e puri. Ma questa è una storia che abbiamo già raccontato. E che per di più è finita con il ritorno del poco amato Fruscio alla presidenza di Agea.

La Commissione europea, nella lettera inviata oggi all’Italia, solleva numerosi dubbi sulla compatibilità della decisione di prorogare al 31 giugno 2011, il pagamento della rata delle multe sul latte,. «Il costo della proroga – precisa – è imputato su una dotazione globale di 5 milioni di euro destinata a fini diversi». Bruxelles in primo luogo constata l’esistenza dell’aiuto «che nessuna delle informazioni trasmesse dalle autorità italiane permette di giustificare sulla base delle norme applicabili in materia di aiuti di stato nel settore agricolo». In secondo luogo – dice – la proroga comporta «una violazione» della decisione del Consiglio dei ministri ecofin, quando nel 2003 accettarono in via eccezionale che l’Italia si sostituisse ai produttori nel pagamento delle multe per le campagne dal 1995-1996 al 2000-2001, consentendo agli stessi produttori di estinguere il loro debito tramite pagamenti differiti su vari anni e senza interessi. Per Bruxelles quindi, la proroga si aggiunge a «quell’aiuto unico massimo non cumulabile con nessun altro tipo di intervento». Inoltre, precisa la Commissione, le autorità italiane hanno reso noto che intendevano imputare l’equivalente sovvenzione della proroga di pagamento sull’aiuto ‘de minimis’, previsto per l’Italia, che permette di accordare fino ad un massimo di 7.500 euro per beneficiario, senza il preventivo via libera di Bruxelles. Anche su questo, la Commissione Ue solleva dubbi sulla possibilità che l’insieme degli aiuti ‘de minimis’ possano superare il tetto nazionale di 320,5 milioni di euro.

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2 COMMENTS

  1. Guarda Guidone che da un pezzo non parla più delle quote latte. Cambia, segue il vento…aggiornati. Adesso il clou è il pistacchio di Bronte….

  2. E facciamola pagare pure a quei giornalisti della Rai, come la ex portavoce di Bossi, che tanto casino fece sulle quote latte e in difesa degli splafonatori, dando ulteriore benizina sul fuoco. Tanto lo stipendio glielo si paga col canone!

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