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Raccolta firme per le regionali, accuse e sospetti tra indipendentisti veneti

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ferro-finidi FIORENZO PIEROBON

C’è un motivo in più che aizza i veneti gli uni contro gli altri: la raccolta delle firme necessarie per presentarsi alle elezioni regionali. Andiamo per gradi.

Tra gli indipendentisti che dovrebbero concorrere alle prossime amministrative, solo “Noi Veneto Indipendente” non dovrà perdere tempo ai banchetti per raccogliere le circa 10.000 firme necessarie per presentare la propria lista. La ragione è dovuta al fatto che tra i fondatori di “NVI” c’è Mariano Foggiato, un consigliere regionale uscente, con tanto di gruppo. “Indipendenza Veneta” e “Veneto Sì”, invece, hanno la necessità di trovare cittadini pronti a sottoscrivere le loro candidature, con tanto di convalida di un ufficiale pubblico.

Ebbene, già a fine febbraio – sulla stampa locale – sono cominciati a circolari articoli nei quali traspariva sia che la raccolta firme di alcuni fosse partita prima dei tempi previsti dalla legge, sia che la raccolta firme avvenisse in barba alla legge stessa, ovvero facendole autenticare solo in un secondo tempo. Sul profilo Facebook di “NVI”, il 27 febbraio scorso è stato scritto quanto segue: “Sembra che qualcuno (cercheremo di capire di chi si tratta) stia raccogliendo in MANIERA ILLEGALE le firme di amici e parenti per le elezioni regionali, su moduli in bianco e fuori termine, confidando su eventuali autenticatori compiacenti, violando le regole del voto.NOI VENETO INDIPENDENTE non raccoglie firme, non ricorriamo a comportamenti delinquenziali” (vedi articolo sotto). Un’accusa decisamente pesante.

Ieri, Roberto Agirmo – esponente anch’esso di “NVI” ha rincarato la dose: “Accidenti, quando qualche giorno fa parlavano di raccolta firme illegale, non pensavo si riferissero ad Indipendenza Veneta! Mi sembra una cosa inverosimile considerando tra l’altro che il leader è un avvocato e sa perfettamente che tale comportamento rientra nel PENALMENTE PERSEGUIBILE! Mi auguro che sia una topica giornalistica, anche se però è un accusa molto circostanziata! Speriamo che questa notizia non infanghi a 360° e speriamo che Indipendenza Veneta possa spiegare!” (vedi articolo sotto). La polemica è immediatamente scoppiata, con accuse reciproche fra i sostenitori di “IV” e quelli di “NVI”.

A tutto questo polverone, si aggiungono anche altri sospetti, legati alla raccolta firme di “VenetoSì”, che proprio ieri ha iniziato le cosiddette “elezioni autogestite del Parlamento Veneto”, che si concluderanno il 20 marzo prossimo (come ai tempi del plebiscito digitale, sono stati annunciati numeri iperbolici per quel che concerne l’affluenza del primo giorno). Ora, dopo il bluff e i numeri inventati del “Plebiscito digitale”, quasi nessuno dà più credito a questa ennesima fantomatica iniziativa politica, che si svolgerà in parte con voto via computer e in parte con voto nei gazebo (vedi foto sotto). Ed è proprio su questa seconda modalità che piovono i sospetti tra gli indipendentisti in lizza per Palazzo Ferro Fini (militanti e non) che commentano sul web e soprattutto sui social network; si sospetterebbe che “Veneto-Si” (che è la stessa organizzazione di “Plebiscito.eu“, ergo risponde al solito Gianluca Busato) ne approfitterà per raccogliere le firme necessarie per poter presentare la propria lista alle Regionali del prossimo 31 maggio. Ancora una volta parole pesanti.

Solo chi ha già un gruppo che lo rappresenta nel Consiglio regionale uscente potrà evitare di raccogliere le firme. Non a caso, appena espulso dalla Lega, Flavio Tosi ha costituito un suo gruppo (Verso Nord-Popolo Veneto). Evitare la raccolta di firme comporta un significativo risparmio di risorse e di energie, giacché nelle due circoscrizioni (Belluno e Rovigo) comprese fra 100.000 e 500.000 abitanti, ogni lista che dovrà raccogliere fra 1.000 e 1.500 autografi, mentre nelle province comprese fra 500.000 e 1.000.000 di abitanti (Padova, Verona, Treviso, Vicenza e Venezia), le firme da mettere insieme saranno almeno 1.750 e 2.500. Così è stabilito nell’articolo 14 della legge regionale 5 del 16 gennaio 2012, che detta le norme per l’elezione del presidente della Giunta e del Consiglio.

Non v’è stata elezione, dal 1993 ad oggi, che non abbia visto qualcuno rinviato a giudizio (e poi condannato) per raccolta di firme false. E’ successo a quasi tutti i partiti, compresi quelli storici e meglio organizzati, dal Pd a Forza Italia fino alla Lega Nord. Se anche i partiti indipendentisti veneti, che dall’Italia si vogliono separare e prendono le distanze, cadessero in fallo sarebbe davvero una pessima figura.

IMMAGINI

firme_2firme_1plebiscito.eu

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