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Rai, quelli che non lavorano e pigliano centinaia di migliaia di euro

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di MATTEO CASTAGNA (VeronaNews)

La RAI mette on-line gli stipendi dei dirigenti. L’amministratore delegato Antonio Campo Dall’Orto (652mila euro annui) risponde così alle polemiche sulle assunzioni degli esterni e soprattutto vuole dare un atto di grande trasparenza, a seguito del canone in bolletta, che non è piaciuto a nessuno.

Balza all’occhio che sono tanti gli ex manager che non lavorano più per l’Azienda ma percepiscono lo stesso lo stipendio. L’ex direttore del Tg2 Mauro Mazza percepisce 340mila euro l’anno, Anna La Rosa, ex direttrice di Raiparlamento ne piglia 240mila come l’ex dg Lorenza Lai e come l’ex dg Alfredo Meocci. Si tratta di contratti a tempo indeterminato di persone “parcheggiate” in una sorta di “cimitero degli elefanti dorati” e lautamente pagate coi soldi dei contribuenti per… riposare in pace. L’hanno chiamata “operazione trasparenza” e su questo non c’è il minimo dubbio. Ma perché pagare lautamente con soldi pubblici e con contratto a tempo indeterminato dei manager che non fanno nulla? Magari a chi paga, a fatica, ma anche non a fatica, il canone in bolletta, questa trasparenza si può trasformare in incazzatura tremenda, non credete?

Venendo al veronese ex dg Alfredo Meocci, la storia potrebbe apparire ancor più anomala e la trasparenza potrebbe diventare opaca, quasi nera come el carbon, che ieri gavarà portà la befana. La Corte dei Conti, infatti, condannò Meocci a risarcire 107mila euro, i membri del CdA della RAI e l’allora Ministro del Tesoro Domenico Siniscalco ad un risarcimento di 11 milioni di euro, in parti uguali tra loro, con sentenza del 23/02/2011, pubblicata sul sito della Corte il 7 Marzo 2011, per “nomina impropria” effettuata nell’agosto del 2005, in quanto lo stesso era contemporaneamente membro dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. (controllore e controllato, insomma) Successivamente la sanzione fu ridotta dell’80%.

La Corte parlava anche di “manifestazione di una volontà pervicacemente e supinamente adesiva alla volontà politica”.

Se ne conclude che i contribuenti continuerebbero a pagare 240mila euro all’anno ad Alfredo Meocci per non fare più nulla in RAI, senza aver mai potuto fare il dg, essendo stato egli dichiarato come un nominato “a tutti i costi” dalla politica e condannato a risarcire, assieme a altre 7 persone migliaia di euro. Ecco, su questa, chiamiamola anomalia, Campo dall’Orto non ritiene di dover fornire dei chiarimenti, dal momento che i contribuenti potrebbero percepire che i loro soldi, pretesi con l’energia elettrica, vengano usati, in parte, per una sorta di strana beneficenza?

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