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Rajoy a barcellona chiude ogni spiraglio: la catalogna sara’ sempre spagnola

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di GIANMARCO LUCCHI

rajoy a barcellonaIl premier spagnolo Mariano Rajoy oggi è stato a Barcellona e nel suo discorso in occasione di una iniziativa politica del suo partito, il PP, ha voluto ricordare che è stato in Catalogna 16 volte come primo ministro di Spagna e 117 da quando è diventato presidente del PP. E poi ha fatto il conto delle missioni catalane anche dei suoi ministri: a parte Jorge Fernández, che abita in Catalogna, il ministro dello Sviluppo, Ana Pastor, guida la classifica con 36 visite, José Manuel Soria supera Luis de Guindos 25 e 23. Questa era anche la lista dei ministri presenti oggi a Barcellona per rinnovare l’impegno del PP con i catalani.
Il presidente ha mostrato particolare impegno per convincere i catalani che lui conosce il territorio e i suoi problemi, ma soprattutto che il suo esecutivo si occupa della Catalogna a fronte invece del malgoverno condotto da Artur Mas. Da parte di Rajoy non c’è stata alcuna apertura al piano di Artur Mas e nemmeno per una riforma della Costituzione, come proposto dal PSOE di Pedro Sánchez. Rajoy e il PP si offrono invece alla Catalogna per contrastare ciò che vedono come il “delirio” di Artur Mas,  mantenendo la stabilità politica, il programma di riforme e la governance responsabile; collaborazione con il governo catalano per mantenere i servizi di base, ma nessuna possibilità di mettere in discussione l’unità della Spagna.
Quello di Rajoy è stato un discorso duro, di opposizione personale e politica ad Artur Mas, accusato di perdere tempo con i falsi miti dell’indipendenza e di farlo perdere ai cittadini. Ovviamente non c’è stato nessun incontro con il presidente della Generalitat.  “La Catalogna ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di governare” ha detto il premier spagnolo con un messaggio rivolto ai settori critici del suo partito, sostenendo la linea dura contro il governo della Generalitat. Rajoy ha negato qualsiasi patto sotterraneo per permettere una alternativa al 9-N, e ha promesso che il suo governo lavora e continuerà a lavorare per raggiungere un “compromessi” con i 7 milioni di catalani e e le loro istituzioni. Il suo messaggio è stato chiaro: “Non voglio mentire ai cittadini spagnoli:  è nostro dovere fare in modo che la Catalogna continui a essere spagnola.
Rajoy ha dedicato una mezz’ora del suo discorso alla Catalogna, senza fare alcun riferimento alle mobilitazioni di massa che si sono ripetuti nel corso degli ultimi tre anni, con la convinzione che non siano molti i catalani favorevoli all’indipendenza.

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