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Recovery fund: 209 miliardi in arrivo, di cui 127 sono nuovo debito!

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di MATTEO CORSINI

A tutti coloro che parlano di “occasione irripetibile” con riferimento ai 209 miliardi del cosiddetto Recovery Fund andrebbe ricordato che 127 miliardi saranno debito, ancorché a tassi di interesse irrisori. Andrebbe anche ricordato che la realtà non può essere politicamente modificata, quanto meno non a lungo andare. Altrimenti basterebbe creare grandi quantità di moneta e vivere tutti felici e contenti.

Da quando a Mario Draghi è stato affidato il mandato per cercare di costituire un governo, molto osservatori hanno paragonato il possibile nuovo governo con quello guidato da Mario Monti durante la crisi che scoppiò a fine 2011. Monti dovette somministrare una cura di tasse e tagli (più tasse che tagli, a onor del vero) per evitare il default, mentre Draghi avrà paccate di miliardi da spendere.

In realtà, contrariamente a quello che sembra essere il pensiero dominante di quasi tutti coloro che vorrebbero governare, negli anni a venire sarà necessario pensare a come ridurre il debito, che a partire dallo scoppio della pandemia si è gonfiato di oltre 20 punti di Pil, partendo da un già non irrisorio 134,7%. Ora, come scrivono Marco Rogari e Gianni Trovati sul Sole 24 Ore:

  • Nei 16 mesi che separano la Nadef alla base della manovra 2020, la prima del Conte 2, dall’ultimo scostamento approvato per finanziare l’ipotetico decreto Ristori 5, il governo uscente e il Parlamento hanno approvato in sette occasioni (due per le leggi di bilancio) deficit aggiuntivo per 426,8 miliardi di euro a valere sugli anni dal 2020 al 2026. Se si vuole considerare invece il periodo “coperto” dal Recovery Plan, cioè il 2021-2026, i miliardi di indebitamento netto aggiuntivo rispetto al programma originale sono 302,6.”

In sostanza, il maggior deficit approvato durante il governo Conte 2 ha viaggiato a oltre 26,6 miliardi mensili, con provvedimenti spesso di pura spesa corrente e clientelare, peraltro approvata “per senso di responsabilità” anche dall’opposizione.

Sarebbe bene ricordare che qualcuno questi debiti li dovrà pagare in qualche forma: che siano tasse esplicite, implicite (inflazione) o una combinazione delle stesse in un regime di repressione finanziaria. Come disse il presidente del Consiglio incaricato, andranno pagati “whatever it takes”…

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