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Referendum per l’indipendenza del veneto, 10 domande a luca zaia

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zaia refedi REDAZIONE

Il referendum per l’indipendenza del Veneto è legge, ergo la Regione ha deciso (e non possiamo che plaudire) di consultare il popolo veneto sul proprio futuro, dato che l’Italia sta affondando anche chi cerca di essere virtuoso. A tal proposito, ci permettiamo di “rilanciare” dieci semplici domande a Luca Zaia, presidente della Regione, in vista della conferenza stampa della prossima settimana. 

1) Si parla di un costo di circa 14 milioni per il referendum sull’indipendenza. È possibile sapere nel dettaglio le voci che compongono tale ammontare per permettere a chiunque di verificarne con trasparenza la veridicità e per capire se e come tale cifra può essere in qualche modo ridotta, per esempio attraverso l’utilizzo di personale volontario non retribuito?

2) È prevista una data certa e non troppo in là nel tempo (60 giorni dal’apertura del conto per esempio) di chiusura della raccolta fondi? Questo per serietà e per rendere certa e credibile l’operazione, evitando che cifre magari importanti risultino bloccate nell’incertezza per lungo tempo?

3) In caso di successo, è già stata fissata la data del referendum, in ogni caso prima delle elezioni regionali del 29 Marzo? Questione fondamentale questa, affinché siano l’attuale Consiglio regionale e la Giunta in carica ad assumersi la piena responsabilità politica e legale di attuare una legge che essi stessi hanno votato e voluto, senza doversi trovare davanti allo spiacevole spettacolo di scarica barile tra questa e la prossima amministrazione.

4) In caso di insuccesso, ovvero in caso la cifra non sia raggiunta nei termini previsti, che fine faranno le somme raccolte? Saranno totalmente o parzialmente restituite ai donatori? Con quali tempi e modalità legali?

5) Causa l’infernale meccanismo della tesoreria unica reintrodotto dal governo Monti, quali sono le garanzie che il ministero del Tesoro non svuoti nottetempo il conto rendendo vana la raccolta?

6) Doveroso ricorrere alla corte costituzionale. Rispettabili e di altissima levatura morale e professionale i legali scelti per difendere il referendum. Purtroppo entrambi si sono espressi più volte pubblicamente contro il referendum stesso. Era l’unica scelta possibile e/o comunque è stata la migliore?

7) Oltre alla doverosa apertura del conto corrente sono previste iniziative pubbliche (spot, manifestazioni, incontri) volte a utilizzare l’immagine della Regione Veneto e in particolare del governatore stesso per agevolare la raccolta fondi?

8) È consapevole il governatore, in riferimento anche al punto precedente, che in caso di fallimento dell’iniziativa, in sé molto rischiosa, a fallire sarà l’unica iniziativa politica davvero degna di tal nome portata avanti dalla sua amministrazione?

9) Con riferimento al previsto referendum catalano del 9 Novembre prossimo, è prevista una qualche forma di sostegno pubblico da parte della Giunta regionale e del suo Presidente all’iniziativa, completamente e colpevolmente assenti per quanto riguarda il referendum tenutosi in Scozia il mese scorso?

10) E’ sicuro presidente Zaia che il suo partito sosterrà con forza questa iniziativa fino alla fine, considerato che in passato ha persino ostacolato la scelta di quei Comuni bellunesi che avevano scelto di passare alla Provincia autonoma di Trento?

Con cordialità, in attesa di una sua risposta.

P.s. Le domande originali, poste da Patrik Riondato, erano 9. Ci siamo permessi di aggiungerne una.

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1 COMMENT

  1. …se si verificasse quanto paventato al punto 5 sarebbe una fortuna, l’ultima onta alla dignità e al desiderio di libertà e indipendenza dei veneti. Allora si che ci incazziamo sul serio (come se non lo fossimo già abbastanza!!!)

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