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Regionali in veneto, cose buone e meno buone del voto indipendentista

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venetidi LEONARDO FACCO

Il risultato delle elezioni tenutesi lo scorso 31 maggio in Veneto è stato commentato da diversi collaboratori del MiglioVerde. Tra loro, il direttore ha detto chel’Indipendentismo è ridotto a pura testimonianza“, mentre Enzo Trentin ritiene che la dozzina di leader indipendentisti in circolazione dovrebbe farsi da parte. 

In tempi non sospetti, correva l’anno 2011, il sottoscritto – che alle urne è allergico – dichiarò pubblicamente che avrebbe votato per “Veneto Stato”, perché quel neo-partito rappresentava il tentativo, finalmente, di unire le diverse anime indipendentiste marciane e, ad maiora, tra le sue proposte aveva un non so che di genuinamente liberale. (QUI POTETE RIGUARDARVI IL VIDEO DI QUELL’ANNO). Quel tentativo di stare insieme – i fatti li conosciamo bene – è durato poco o niente. In quell’incontro in cui venni invitato, a Cadoneghe (Pd), l’unica raccomandazione che mi permisi di fare era di stare alla larga dalla Lega Nord, che continuo, da un quindicennio a questa parte, a pensare che rappresenti il miglior alleato dell’Italia ed il peggior sponsor per l’autodeterminazione dei popoli (Avrò modo di approfondire i perché in un prossimo articolo).

Dal 2011 ad oggi, politicamente parlando, gli indipendentisti veneti si sono resi protagonisti – e non dico nulla di nuovo – di frazionamenti e baruffe, dispetti, che continuano anche ora che il voto per governare la Regione è acqua passata. Basti pensare alle reciproche accuse che ancora si scambiano (ed è peraltro comprensibile) i sostenitori di Indipendenza Veneta e  di Indipendenza Noi Veneto, lista così battezzata su ordine preciso di Luca Zaia, per concedere loro l’alleanza. Data la lunga ma necessaria premessa, vengo ora al mio personale parere sul voto di domenica scorsa:

1- Il consenso elettorale degli indipendentisti è cresciuto negli ultimi 5 anni, ma i voti rimangono pochi. Averli raccolti separatamente non servirà a nulla all’interno del Palazzo, nonostante la presenza di 1 consigliere regionale. La rielezione di Valdegamberi, colui che propose legge 342, potrebbe essere utile alla causa referendaria.

2- Chi ha scelto di candidarsi con Zaia pensando che quest’ultimo abbia a cuore l’indipendenza del Veneto è un illuso, oppure un opportunista. La strada romana all’indipendenza non esiste;

3- Se gli indipendentisti ritengono utile affermare le proprie idee e convinzioni attraverso le elezioni, il movimento indipendentista ha bisogno di unità d’intenti, di un/a leader nuovo/a di pacca, di un progetto serio e duraturo. Avere chiaro in testa cosa sia la libertà viene prima dell’indipendenza;

4- Tra i candidati di IV e InV c’erano in lista persone in gamba e genuinamente indipendentiste; sicuramente, tra i due movimenti, IV ha dimostrato più radicamento sul territorio, come confermato dalla raccolta di oltre 12.000 firme per presentare le proprie candidature in tutte le province; 

5- Non si ottengono risultati quando gli indipendentisti puntano al meno peggio, anziché all’obbiettivo vero (ho trovato patetiche le dichiarazioni per cui era meglio che vincesse Zaia che la Moretti, quando il problema è e rimane l’Italia!); va steso un velo pietoso su chi si spacciava per difensore della causa indipendentista candidandosi come alleato di Tosi o della Moretti;

6- L’indipendentismo veneto deve smetterla di dare corda a dei ciarlatani che s’inventano plebisciti fasulli (all’italiana insomma), repubbliche fantastoriche e dichiarazioni d’indipendenza come fossero fatti reali, anziché – eventualmente – utili strumenti di diffusione delle idee;  

7-  Pessima l’uscita di alcuni esponenti di primo piano di InV, che un secondo dopo i risultati acquisiti hanno affermato che il referendum per l’indipendenza è meglio che non si faccia perché i veneti non sarebbero preparati;

In conclusione: l’indipendentismo veneto continua ad essere quello potenzialmente più maturo di tutta la penisola (vuoi anche per il contesto socio-economico, oltre che per quello storico), ma gli errori che sono stati commessi (ovvio che chi fa è anche normale che sbagli, chi non fa meglio che taccia) hanno presentato il conto. Diabolico, però, sarebbe continuare a perseverare con gli stessi errori, quegli errori che da quel “lontano 2011” ad oggi si sono inesorabilmente reiterati. Infine, se per chi si candida il voto ha un senso, i veneti han scelto di restare italiani e molti dei veneti che si proclamano indipendentisti, degli italiani sono perfetti collaborazionisti.

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2 COMMENTS

  1. Caro Leonaro, detto seriamente, condivido ogni riga di ciò che scrivi, ricordato che quando parti, io ci sono. Sono deluso da tutte ste balle, indipendenza qui, indipendenza là. Tu giustamente sostieni, come lo scivente, che la Lega è il male ed il parassitismo statale.
    Dato che col meridione non faremo mai, MAI, la indipendenza Lombarda, ti dico solo un dato, per cui la Lega non andrà mai e poi mai votata.
    Il Signor Maroni, i cui collaboratori, mi pare, si chiamino, Ajello, Votino, e l’ex gestore dei bilanci di via Bellerio, Belsito, in questi giorni ha avuto la chiusura indagini a proprio carico.
    Questa la lista ‘della spesa’ :
    Carluccio, Paturzo, Ciriello, Malangone, Ajello, Achille. Con questi nomi, a vario titolo coinvolti, ma dove vuoi andare. E questi si ergono a salvatori della patria Lombarda, intendo Maroni che è una storpiatura della moglie di Bossi, Marrone, siciliana DOC.
    Ad maiora.
    Giorgio Masocco, Doge di Cantù e Serenissimo convinto. WSM

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