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Regionali in veneto: zaia è in salute, l’indipendentismo non troppo

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zaia-venetodi FIORENZO PIEROBON

Dispiace dirlo, ma lo stato dell’indipendentismo veneto non gode di gran buona salute, nonostante l’impegno che i diversi gruppi contendenti ci mettono per divulgare il loro verbo, mentre cercano di farsi le scarpe l’un l’altro. Forse, anche per questo motivo, la buona salute è di là da venire.

Ieri, ad esempio, sul suo profilo Facebook, Lucio Chiavegato ha sbottato in questo modo: “Vedere Veneti che all’approssimarsi delle elezioni continuano a nascondere la testa sotto la sabbia e scappare dalla realtà di chi li ha rappresentati fino ad ora, mi porta a due conclusioni:

-A) Non capiscono nulla di ciò che succede dentro ai palazzi del potere e si occupano di politica un mese ogni 5 anni;

-B) Ci meritiamo di soccombere alla partitocrazia più becera che in questi decenni ha infilato paraculati in tutti i posti e quindi è giusto che li manteniamo fino a che non scoppierà il bubbone del crack finanziario.

O si fa una scelta forte per l’indipendenza, senza guardare alleanze o giochi di potere oppure ci meritiamo quello che abbiamo”.

indipendentisti_europaAlessio Morosin, da parte sua, continua con la strategia di coinvolgere gli amministratori locali, affinché facciano squadra con la sua formazione (Indipendenza Veneta si candiderà da sola alle elezioni) e affinché facciano pressione sulla possibilità di votare per il referendum indipendentista, che come ha scritto ieri il direttore, rimane nel limbo del dibattito politico che conta (almeno per l’opinione pubblica).

Eh sì, perchè se al PD e alla Moretti dell’indipendenza frega nulla, a Zaia – invece – quel referendum votato anche dalla Liga un anno fa può servire, soprattutto quando la campagna elettorale accelererà e, soprattutto, una volta che venisse confermata la messa fuori gioco di Flavio Tosi, che con Matteo Salvini è arrivato ai ferri corti e, soprattutto (come avevamo anticipato tempo fa) ci è arrivato da perdente. 

Mancano circa tre mesi elle elezioni regionali e sulla scacchiera della politica molti pezzi si sono dunque già posizionati. Il ruolo che giocheranno gli indipendentisti, ahinoi semplici pedine, ci pare del tutto marginale, anche per via del fatto che nonostante gli appelli accorati di molti simpatizzanti, e di qualche sparuto leader, di unità d’intenti concreta non si vede nemmeno l’ombra.

“Veneto Sì”, passata l’emotività legata ad un plebiscito digitale dai numeri farlocchi, continua per la sua strada, vaneggiando di vittorie alle Regionali e di Consigli Regionali futuri che si metteranno a disposizione di un evanescente governo dei dieci e/o di un parlamento veneto. Nel frattempo, considera i suoi avversari indipendentisti come “fantomatiche liste di disturbo messe in campo dalla Lega Nord”. 

Ovviamente, di fronte a questo polverone, Zaia se la gode e potrà bellamente decidere se imbarcare, qualora gli servisse, qualche formazione indipendentista, tra le quali va annoverata anche “Prima il Veneto”, che è stata ufficializzata proprio ieri e che in Regione ci sta da un bel po’. Le priorità dell’attuale presidente sono comunque altre, tra le quali la principale ci pare essere quella di assecondare Salvini (decretato dalla stampa italiana il cavallo vincente del centro-destra) e rimanergli fedele, soprattutto in caso (quasi certo) di accordo elettorale con Forza Italia, Fratelli d’Italia e altri brandelli della destra italiana.

Lo stato di salute dell’indipendentismo veneto non è propriamente buono, dicevamo all’inizio. In realtà, non lo è mai stato nemmeno negli ultime 3-4 anni. E i numeri di voti che ha raccolto ogni volta che si è presentato agli elettori (con le sue più disparate formazioni), purtroppo sono sempre stati microscopici. Ci piacerebbe essere smentiti in futuro.

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2 COMMENTS

  1. Ma questa volta le cose sono diverse. E’ vero che ci sono tante sigle venetiste ma in consiglio regionale ci sono già due movimenti indipendentisti ( PNE e PRIMA IL VENETO) che sommano quattro consiglieri che su sessanta rappresentano il 6,66% della consistenza consigliare.
    Ma la novità interessante è che i vari movimenti stanno colloquiando tra di loro e, consapevoli che questa è la grande occasione, sono tutti “disponibili” a concentrarsi sul progetto e non sulle persone.
    Come di dice qualcuno E’ LA VOLTA BUONA, non possiamo perdere questa grande opportunità.
    Avnti veneti, avanti Veneto, WSM

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